Il Turò de la Rovira è uno dei punti più alti della città di Barcellona, 262 metri sul livello del mare.
Nel corso degli anni ha subìto diverse modifiche: prima batteria della contraerei repubblicana durante la guerra civile spagnola, baraccopoli poi, nel periodo franchista. Nel 1938, su questa collina, vennero eretti numerosi rifugi e postazioni per la difesa della città, che fu oggetto di bombardamenti.
Questa parte di Barcellona ha subìto molteplici variazioni, divenendo scenario di cambiamenti significativi e stratificazioni, mutando nel tempo in base alle esigenze della popolazione, fino a diventare quartiere informale prevalentemente costituito da baracche.
Oggi è “un paesaggio di strati, sovrapposizioni e cicatrici che mostrano le identità mutevoli”, come afferma uno dei progettisti del restauro dell’area, avvenuto nel 2011, a cura del gruppo Jansana, DeLa Villa, De Paaw Arquitectes, in collaborazione con Jordi Romero dello studio AAUP e il MUHBA, Museo di storia di Barcellona.
Il restauro è nato dalla volontà di recuperare l’intera area come testimonianza storica del passato, come monito per il futuro e, soprattutto, con l’intento di restituire alla ciudad uno spazio pubblico dall’elevata qualità paesaggistica, offrendo così la possibilità di godere dello skyline della città.
L’intervento, caratterizzato da un’azione minimale, ha vinto la medaglia d’argento della quarta edizione del Premio internazionale di restauro architettonico «Domus Restauro e Conservazione», per “la sua rarità e originalità anche sotto il profilo della tutela del patrimonio immateriale”.
Col progetto puntuale di risistemazione, gli architetti liberano l’area dal forte stato di degrado in cui era ante opera, lasciando percepibile la sovrapposizione di interventi e mostrando il paesaggio come un continuo Panta Rei dettato dal succedersi degli avvenimenti.
Immagini concesse dallo studio JDVDP.
Fotografie di Lourdes Jansana