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Point zéro 2014
  • Arte

Un cimitero di statue – Le Point Zéro di Hassan Darsi

  • Posted on 26 Agosto 201426 Marzo 2015
  • Roberta Esposito

In occasione della Nuit Blanche 2014, che si terrà il 4 Ottobre a Charleville-mézières, la Galerie BALAK è fiera di presentare il progetto dell’artista marocchino Hassan Darsi intitolato “Le point zéro”.

Ideato nel 2009, il progetto consiste nel nascondere sotto un parallelepipedo dorato le varie statue e opere d’arte rintracciabili per le strade della città. Per questo esordio, in particolare, si tratta della statua del fondatore di Charleville-mézières: Charles de Gonzague.

La copertura, fatta in legno e metallo, una volta montata verrà rivestita di un adesivo dorato, materiale prediletto dall’artista.

Dalla sua ideazione fino ad oggi, “Le point zéro” era rimasto, appunto, ironia della sorte, a zero. Darsi aveva infatti ricevuto due no dalle città di Mechelen e Salonnico (antica Tessalonica) per l’attuazione del suo progetto.

L’idea di nascondere delle statue sotto delle scatole dorate ha un duplice obiettivo: la decorazione delle strade, che riprendono vita grazie ad un intervento artistico, e la commemorazione non solo della scultura in sé, ma anche del motivo per il quale era stata creata. Così l’opera diviene monumento.

Nei luoghi pubblici, infatti, le opere sono sottoposte ad un’usura accelerata della loro efficacia in quanto monumenti, monito per cittadini e turisti di un determinato personaggio o avvenimento,  in ragione della spietata concorrenza degli avvenimenti quotidiani della vita urbana.

Molto rapidamente la valenza ornamentale si va a perdere e il ricordo del personaggio o del fatto commemorato  svanisce.

Hassan Darsi
Hassan Darsi
Hassan Darsi
Hassan Darsi

L’opera cessa di essere visibile, per divenire misero elemento di un decoro sul quale difficilmente il passante posa lo sguardo.

Darsi, grazie alle sue scatole dorate, ridona una forma di visibilità alle sculture della città, richiamando l’attenzione su di esse. Assente, nascosta, l’opera ridiventa paradossalmente presente.

Il colore dorato non è scelto casualmente dall’artista, è anzi un suo tratto distintivo.
Un televisore, una sedia da giardino, la facciata di una galleria d’arte, dell’acqua versata sul luogo dell’esposizione, fino ai blocchi di cemento di una diga a Tenerife, Darsi ha dorato tutto.
Per la sua attitudine ornamentale, per la sua capacità di simboleggiare il valore che celebra la statuaria commemorativa, e per il suo splendore, l’oro non ha rivali.

E’ possibile anche vedere le scatole dorate di Darsi come delle bare che custodiscono le statue che celano. Darsi proporrebbe, quindi, di installare in una città un cimitero di statue, non solo per stigmatizzare la loro morte, ma per ridare loro una nuova vita, rendendole non solo visibili al passante, ma addirittura memorabili.

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Roberta Esposito

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