Partendo dall’architettura, da cui eredita la filosofia di “less is more“, Agata Bielen, classe 1989, fonda un marchio di gioielli in acciaio inossidabile dal carattere assolutamente originale. Decide di mettersi in gioco dopo la laurea all’Accademia delle Belle Arti presso la facoltà di Architettura e Design a Poznan, in Polonia, quando fu notata per caso da Scott Schuman intenta ad abbozzare gioielli. Il famoso fotografo le suggerì di perseverare in questa sua passione e il suo consiglio, come l’episodio in sé, fu di grande impatto per Agata tanto da motivarla maggiormente a continuare.
“There is beauty in simplicity, simple is beautiful, beauty is the harmony.”
Ossessionata dalle linee, predilige quelle rette, unità di base della geometria. Linearità che trasferisce ai suoi gioielli fatti a mano e di natura grezza e che è capace di convertire in vere e proprie sculture tridimensionali dallo stampo geometrico ed architettonico. Realizzando che il poco è ancora possibile, si propone come obiettivo essenzialità, leggerezza e minimalismo.
Artwort ha incontrato Agata col fine di approfondire il suo entusiasmante lavoro.
Qual è il processo creativo che si cela dietro i tuoi gioielli?
Non c’è un calendario o un piano che caratterizza le mie creazioni. Fa parte della mia routine quotidiana ma ogni giorno è diverso dall’altro grazie ai dettagli. Cerco di catturare le particolari differenze che mi circondano, da singoli momenti fino a relazioni tra figure, forme o luci. Quando trovo un’idea per una nuova collezione o un nuovo prodotto cerco di trasportare la forma dell’immagine impressa nella mia mente alla realtà; l’oggetto spesso cambia durante il processo finale di produzione. Le proporzioni dipendono spesso dalla costruzione e dalla facilità di utilizzo: sono questi gli aspetti che determinano la forma finale di un gioiello anche se inizialmente è sempre un’immagine che per qualsiasi tipo di motivazione viene bloccata nella mia mente.
Perché la scelta dell’acciaio?
Tutto comincia dalle proprietà fondamentali dell’acciaio: resistenza ed elasticità. La prima collezione -Basic Line- si fonda sulla maggiore ispirazione, nonché principale punto di partenza: la linea retta. Un filo di acciaio ultrasottile si spezza in molti angoli creando forme tridimensionali. Il risultato dell’esperimento è una piccola scultura che si adatta alla forma del corpo. Nonostante la natura dell’acciaio tutti i pezzi sono comodi, funzionali, elastici e delicati. È proprio il continuo utilizzo di acciaio inossidabile che mi ha permesso di creare un brand caratteristico.
Qual è, se c’è, il tuo motto inerente a vita e lavoro?
Attualmente quello più vicino al mio stato d’animo è racchiuso nelle parole di Alvar Aalto: “Beauty is the harmony of purpose and form”.
Cosa vuoi esprimere, o ti proponi di raggiungere, attraverso il tuo lavoro?
Innanzitutto vorrei dare alle donne un’alternativa o comunque sia la prova che i gioielli possono essere intesi diversamente. Vorrei insegnare che la qualità è nella semplicità e la semplicità è davvero seducente. Può sembrare un cliché, ma personalmente ci credo davvero. Creo oggetti dalle forme che indosserei , il più semplice e fruibile possibile.
Da cosa nasce la scelta del minimalismo che caratterizza tutte le tue creazioni?
Amo il minimalismo, credo che esso incarni qualità e raffinatezza. La semplicità rivela anche le minime carenze, richiede la migliore lavorazione ed impegno al fine di raggiungere la perfezione; talvolta si necessita anche di un maggiore sforzo rispetto a forme più complesse. Si tratta di un eccezionale equilibrio tra less e more.
Quali aspetti ti interessa esplorare dal punto di vista del design?
Amo la geometria e la costruzione, sono sempre stata vicina più all’architettura e al design che alla moda e alla gioielleria tradizionale. Perciò i miei prodotti appaiono come sono. Porre attenzione ad ogni oggetto che mi circonda mi aiuta a creare una minima linea alternativa. Credo di invertire l’intero processo di design: non penso a come un oggetto sarà dal punto di vista estetico ma alla relazione di quest’ultimo con lo spazio.
Che relazione cerchi di creare tra il gioiello e chi lo indossa?
Spesso mi dicono che le mie creazioni creano dipendenza, ne compri una e già ne vuoi u’altra. Di recente ho letto che i prodotti di un buon designer si eclissano perché diventano parte delle persone. Spero che il mio lavoro sia lo stesso, spero che gli oggetti divengano un tutt’uno con chi li indossa, in modo che quando non li si indossa se ne senta la mancanza. Così comodi che una volta indossati non si ha voglia di toglierli.