Si definiscono in due parole come una qualsiasi casa di moda con sede a Parigi, sulle rispettive pagine social, Nana Aganovich e Brooke Tylor. In effetti, il duo si occupa di ideare e produrre capi di abbigliamento firmati Aganovich che dal 2009 sfilano sulle importanti passerelle della Paris Fashion Week. Lei, Nana, rappresenta la mano che concepisce i racconti concettuali di lui, Brooke, la mente.
Tuttavia non è solo una casa di moda. C’è tanto di intrigante nelle collezioni perché ambigue, di enigmatico nella loro filosofia perché studiata con particolari principi, c’è tanta ragione in quello che fanno. “Concettuale” appare il termine adatto ma entrambi esordiscono affermando di non adorare che il loro lavoro venga sintetizzato come tale. Concettuale è quanto di attuale provi a rielaborare e far emergere come qualcosa di nuovo. Se ti riesce bene, alla fine non sarà concettuale. La loro idea di design non ha certo le fondamenta nella ricerca della bellezza. Tale accezione viene allora abolita.
Il brand viene concepito nel 2005 da Nana Aganovich e Ahlaiya Yung come “Aganovich and Yung” ma non vede lunga vita; infatti, dalle origini intercorre breve tempo fino alla sostituzione della Yung con l’attuale Brooke Taylor e alla consacrazione della denominazione essenziale di “Aganovich”. Il trascorso di lei, laureatasi presso l’estimata Central Saint Martin’s School of Art and Design, e quello di lui come scrittore e promotore di eventi, si sono perfettamente conciliati nell’originare un punto di vista intellettuale e complicato insieme.
Un momento particolare ha siglato l’unione delle loro competenze in un unico progetto: lo studio approfondito del Manifesto Futurista dell’italiano Marinetti. Devoti a questo, si sono lasciati ispirare tanto da intitolare la loro prima collezione “Let’s Murder the Moonshine”, titolo tratto da un componimento dello stesso Manifesto. La redenzione verso Marinetti si fa ancora più evidente una volta saputo che loro stessi, Nana e Brooke, hanno provveduto alla stesura di un proprio Manifesto:
“The Pussy Grenade Manifesto”
To be as ambitious as you are humble
To be as iconic as you are iconoclastic
To bring humour where it is least appropriate
To demand elegance where it is least welcome
To requisition style over substance
To distinguish altruism in the superficial
To find, like Proust, delight in the proscriptions of the mundane
To make of generosity a weapon
To make a kindness a ransom
To make of integrity a threat
To make greeting cards of manifestoes
To make anarchy through elegance
“If she can’t dance, it’s not her revolution”
Nei precedenti punti del manifesto è possible riassumere le linee guida della filosofia di Aganovich:
“L’anarchico attraverso l’eleganza” indubbiamente riprende il concetto di “elegance is refusal” della maestra Coco Chanel, ma qui sta per ridefinizione. Consapevoli che nel fashion system il lavoro da svolgere deve ben riuscire prima nell’estetica e poi nell’intellettualità, le loro creazioni risultano impeccabili dal punto di vista sartoriale e le collezioni sempre cariche di allusivi riferimenti politici e sessuali.
Il presupposto sta nella consapevolezza della potente forza seduttrice di cui una donna è dotata, l’obiettivo è di armarla di strumenti allo stesso tempo forti ed intriganti. In questo modo, la donna di Aganovich acquista la possibilità di posizionarsi tanto in alto da tenere le redini del gioco. L’abito intriso di significato che la cliente si appresta ad indossare la renderà protagonista, dominatrice indiscussa dello spazio che la circonda.
Il colore rosso acceso è impreziosito da drappeggi meticolosamente strutturati; annodature e orli asimmetrici che enfatizzano l’intento di giocare con la fluidità contraddistinguono la collezione dell’ultima stagione S/S 15.
Suddetta stagione è marcata dalla prima collaborazione del duo con la Maison Lesage, l’atelier di ricamo che ha contribuito a rendere impeccabili i dettagli dei capi. Ci riferiamo a quei fiori che sepolti in nuvole di organza coronano simbolicamente abiti che vogliono parlare. Ispirati, come per le precedenti collezioni, da un’immaginaria femme fatale, Sisi Bogdanovich (ideata dalla mente fantastica di Brooke) l’atmosfera di cui hanno dotato la passerella è criptica.: modelle dalle labbra colore sangue fiancheggiate mentre sfilano da bagliori di candele, colli nascosti da triple collane o alti revers di giacche e cappotti alati e asimmetrici immergono in un mondo dal fascino vampiresco.
Più controllati che mai, in questa collezione estiva dove esplorano la semantica delle icone, la coppia occulta l’obbedienza quasi teatrale al passato allargando la palette di colori senza perdere o mutare la loro identità che invece appare consolida ancor di più.
Per le ultime due stagioni, Nana e Brooke hanno esteso la loro produzione alla linea uomo che naturalmente non si distanzia nella filosofia guida dalla linea femminile. Limitata dalla natura monolitica del menswear, la collezione S/S 15 di Aganovich uomo dà corpo ad abiti formali ma oversize, cappotti sfoderati e decorati con scacchi rossi di una tovaglia francese.
Si è detto in principio come non si possa parlare solo una casa di moda. A dimostrazione di ciò, il loro sito web, alla sola apertura dà subito l’impressione che qualcosa stia sfuggendo alla nostra vista. La sezione ‘Portraits’ racchiude una serie di ritratti dell’anarchico illustratore Clifford Harper che, come carte da collezione, ha radunato effigi di persone che “sono giunte e ci sono, sono arrivate e andate via e altre che hanno semplicemente fornito l’ispirazione lungo la strada ma tutti hanno contribuito in qualche modo alla storia di Aganovich.”
Infine c’è “Lexicon”, una sorta di mappa interattiva e concettuale nella quale scorrono incrociandosi le parole chiave portanti della loro filosofia di brand. Tra queste, anche “Camera Oscura” che il duo, a questo punto non solo stilistico, ha istallato lo scorso 2013 alla Biennale di Venezia.