Si è conclusa ieri la tre giorni torinese dedicata all’arte contemporanea.
Sperimentazione e ricerca, chiavi di lettura di Artissima 2014, come afferma la curatrice dell’evento Sarah Cosulich Canarutto, hanno sicuramente contribuito all’enorme successo riscosso dalla fiera d’arte torinese, che si è ormai affermata come un importante punto di riferimento nel panorama del mercato dell’arte italiano e non solo.
Artissima, l’Internazionale di Arte Contemporanea, a cui hanno partecipato 191 gallerie e visitata da più di 50 mila persone, ha chiuso i battenti con un bilancio sicuramente soddisfacente.
Articolata in sei sezioni, la fiera ha visto una Main Section, che ha raccolto le gallerie più rappresentative del panorama artistico mondiale, dando così la possibilità di delineare un quadro complessivo delle ultimissime tendenze artistiche e di osservare opere di recentissima realizzazione dei grandi nomi dell’arte contemporanea.
New Entries è stato lo spazio riservato alle più stimolanti realtà galleristiche internazionali con meno di cinque anni di attività e per la prima volta ad Artissima. Quest’anno, il Premio Guido Carbone, assegnato alla realtà più interessante della sezione New Entries, è andato alla galleria rumena Baril, premiata per «l’allestimento delle dinamiche fortemente originali e per la sua unicità, coraggio e ambizione».
Art Editions ha ospitato stampe, libri d’arte, edizioni di sei gallerie e realtà attive nel settore dell’editoria artistica.
Le sezioni Present Future e Back to the Future hanno visto la partecipazione di importanti direttori di museo e curatori internazionali. La prima è stata dedicata ad artisti emergenti che hanno collaborato con un team curatoriale di giovani curatori affermati a livello internazionale: Catalina Lozano, Piper Marshall, Jamie Stevens, Xiaoyu Weng e Luigi Fassi. Per questa sezione ha ricevuto il premio Illy Present Future, la giovane artista Rachel Rose, classe 1986, con la sua istallazione video. Priva di tabù e reticenze, l’artista statunitense ha indagato temi legati alla mortalità e transitorietà.
«L’opera di Rachel Rose è emersa come la migliore interprete delle intenzioni di tutto il progetto di questa sezione di Artissima, anche in ragione di una presentazione installativa sintetica, coraggiosa e fulminea. Si tratta infatti di un lavoro che unisce ricchezza tematica, capacità di combinare tra loro interpretazioni e argomenti anche rischiosi assieme ad un uso della tecnica video e del linguaggio filmico sorprendentemente innovativo e contemporaneo», recita il documento ufficiale.
In Back to the Future sono state presentate le opere di alcuni grandi innovatori nel linguaggio artistico del trentennio che va dagli anni ’60 agli ’80. Anche questa sezione ha visto l’assegnazione di un riconoscimento, il Premio Sardi, che è andato alla statunitense Channa Horowitz.
Novità assoluta di questa edizione di Artissima è stata la sezione Per4m, dedicata esclusivamente alle arti performative. Il Prix K-Way, assegnato alla performance più rilevante e significativa, è andato a Louise Hervé & Chloé Maillet, autrici di Nautilus. Queste le motivazioni della giuria: «La giuria ha trovato il formato della performance adatto al contesto, e capace di tenere l’attenzione del pubblico. Partendo dallo scenario naturale delle Alpi, visibile dalle vetrate dell’Oval, le artiste hanno creato una connessione col presente in cui siamo. Con Nautilus Louise Hervé e Chloé Maillet partono dalle scienze naturali per sfociare nel B-movie, trasportando l’ascoltatore attraverso uno storyboard. La fiction diventa realtà e viceversa. Le due performer, vestite da hostes, hanno condotto il pubblico nel backstage della fiera in una surreale visita guidata. L’attualità e la rilevanza della performance si deve al fatto di utilizzare procedimenti come il copy and paste, o il continuo saltare di link in link, che fanno parte della nostra quotidianità digitale».
Alcune delle foto in gallery sono presenti anche sul nostro @instartwort, dove potete seguire tutti i nostri spostamenti.