La storia del design industriale è anche una storia che racconta della perdita di valore degli oggetti che ci circondano e la moltiplicazione delle “cose banali”. La supremazia di input visivo rispetto ad altri tipi di input sensoriale ha favorito la riduzione degli oggetti a segni elementari, simulazioni o semplici strumenti di comunicazione. È importante, quindi, non abbandonare una cultura ricca e diversificata dei materiali.
I materiali assumono un ruolo narrativo che parla delle loro origini, tradizioni e culture, acquistano nuovi significati, conversano con le tradizioni, rivendicando l’espressività e la peculiarità che li contraddistinguono. Per fare ciò bisogna essere dei sani portatori di cultura ed il curriculum di Martín Azúa, per chi ne avesse bisogno, ne è la conferma più evidente.
Nato nei Paesi Baschi, Martín Azúa vive e lavora a Barcellona dove riesce a combinare il proprio lavoro come designer con l’insegnamento alla Elisava Design School. Martín ha studiato Fine Arts e si è specializzato in Design all’Università di Barcellona. Ha preso un master in Architettura e Ephemeral Installations al Politecnico di Barcellona e in Social Communication alla Pompeu Fabra University.
Al momento, Martín lavora come designer per diverse società e porta avanti anche alcuni progetti personali più sperimentali e d’indagine. Il suo lavoro è stato al centro di mostre personali e collettive a Barcellona, Milano, Berlino, Parigi, Vienna, New York, Tokyo e Pechino; alcuni suoi progetti fanno parte delle collezioni permanenti del MoMA di New York, del Vitra Design Museum di Berlino, del Museo di Arti Decorative di Barcellona e della Panera Centre of Art di Llieda.
Particolarmente interessato all’inclusione di processi naturali nella vita quotidiana e all’uso delle risorse artigianali, al fine di preservare la diversità culturale e tecnologica, il designer basco ha realizzato una serie di vasi sperimentali in materiale poroso. Con questa serie, Azúa continua la sua ricerca sui materiali che raccolgono le tracce della presenza della natura. Il progettista descrive il progetto, Wellspring il suo nome, come un invito a indagare e comprendere i processi naturali, per ripristinare il rapporto con l’ambiente. Il progetto simula il funzionamento di un ecosistema: terreno, rocce e piante si nutrono grazie alla costante interazione con l’acqua.
Numbered è una selezione di oggetti disegnati da Martín Azúa: pezzi unici, edizioni numerate e oggetti commissionati che esplorano una nuova funzionalità che comprende aspetti emotivi e concettuali. Nasce con lo scopo di essere mantenuto in una produzione controllata, come edizione di qualità, una connessione con l’ambiente locale, personalizzazione ed esclusività. Avere una tiratura limitata è importante in quanto definisce un contesto produttivo, riassegnando agli oggetti il valore di essere singolari.
Un vaso di argilla deformato dal peso di una pietra. Artigianato e natura convergono in Vase with stone, un oggetto senza artifici, dove materiali e gesti artigianali sono altrettanto onesti. Il progetto mostra la bellezza dell’aspetto grezzo degli oggetti e dei materiali.
Le pietre sono oggetti unici che in qualche modo ci ricordano un paesaggio. I vasi interagiscono con la pietra nella loro fase plastica in modo da creare un vaso unico. Firmati e numerati, vengono venduti con la pietra che li ha creati.
Gli oggetti vengono caricati con significato ma sono muti quando si tratta della loro storia e origine. Hanno perciò bisogno di comunicare in modo chiaro e trasparente le loro virtù, al fine di stabilire relazioni affettive con i propri utenti. Aspetti espressivi e simbolici devono cedere il passo ad una storia senza che tali oggetti siano incompleti.
“Quando ero bambino mio padre mi ha insegnato che il pane era sacro e doveva essere ben curato e rispettato. Ho perso il suo credo religioso, ma questa visione è rimasta nella mia mente. “