«Poi è venuto il cinema e con la dinamite dei decimi di secondo ha fatto saltare questo mondo simile ad un carcere; così noi siamo in grado di intraprendere tranquillamente avventurosi viaggi tra le sue sparse rovine.»
La massima benjaminiana è stata presa in parola da registi, attori, montatori quali Alberto Grifi, Carmelo Bene, Gianfranco Barruchello, i cineasti della Cooperativa Cinema Indipendente.
Nel clima di contestazione generale della fine degli anni sessanta, anche il cinema venne travolto dalla dirompente forza sperimentatrice di quel periodo. Alcuni artisti, per l’incredibile slancio innovatore, costituirono una vera e propria avanguardia.
È un cinema profondamente politico quello che questi autori hanno realizzato. Politico, ma non portatore di messaggi politici: il cinema non è utilizzato come mezzo di protesta, è esso stesso ad essere oggetto della più feroce contestazione. È messo in discussione nelle sue strutture fondamentali: narrazione, recitazione, montaggio sono completamente stravolti. Per citare il regista Massimo Baciagalupo:
«bruciato ogni residuo, avviene una estrema purificazione del mezzo con una conseguente e totale trasparenza di comunicazione. È un atto di liberazione che rimanda ad un nuovo mondo piuttosto che ad un “nuovo cinema”.»
Dal turbinoso vortice di contestazione radicale non rimane estraneo il pubblico. Il cinema d’avanguardia non può tollerarne la passività. «Mi interessa che i miei film vengano visti, perché sono come i pugni in faccia, e i pugni in faccia bisogna darli a qualcuno», dirà Gianfranco Barruchello.
Al cinema italiano d’avanguardia degli anni ’60 è dedicata la terza edizione di Cinema in galleria. L’iniziativa è organizzata dalla galleria De’ Foscherari e dal Cinema Lumiére di Bologna, che dal 14 gennaio al 4 marzo proporranno una serie di otto proiezioni.
Oltre ai film realizzati dagli autori della Cooperativa cinema indipendente, saranno proiettati i cortometraggi di Mario Schifano, Morire gratis di Sandro Franchina, interpretato dal pittore Franco Angeli e da Karen Blaugneon, La verifica incerta, il capolavoro realizzato con Gianfranco Baruchello dal dissacrante Alberto Grifi, regista-montatore che più di tutti seppe trasformare in dinamite i decimi di secondo della pellicola cinematografica. L’artista Ugo Nespolo, presenterà una selezione dei suoi lavori cinematografici.
Carmelo Bene sarà un altro protagonista della rassegna, la cui macchina attoriale, passata dal teatro al cinema, conserva tutta la sua clamorosa forza poetica. La proiezione del primo dei suoi sette film Nostra signora dei turchi, chiuderà la rassegna il 4 marzo presso il Cinema Lumiére.