Ogni settimana i ragazzi di Phases ci danno una dritta su un nuovo fotografo da seguire. Il nuovo consiglio riguarda questa volta Paul Garcia, fotografo di Liverpool laureatosi in biochimica e giornalismo.
Nelle sue foto tutto rallenta, come se volteggiasse sopra il suolo. Ed è proprio ciò che normalmente calpestiamo ─ letteralmente ─ al centro della serie “Second Nature“. Attese di minuti, addirittura ore, per cogliere il nascosto, per carpire il bello che si mostra a chi non ha fretta e sa pazientare. Gli indizi per scoprirlo sono lì, alla portata di tutti, eppure questi scatti sembrano testimoniare un rapporto simbiotico tra Paul Garcia e i soggetti delle sue foto, come se le foglie avessero bisogno del suo permesso per cadere o comunque lo aspettassero per assicurarsi che lui le noti.
A volte diamo per scontato anche questo: il tempo necessario a premere un pulsante, l’effetto che quest’azione fa. Garcia racconta di sentirsi come in una dimensione spazio / tempo in cui riesce a vedere tutto rallentato ed a notare, quindi, ciò che normalmente ignoriamo. Questa sensazione però dura il tempo di un click tanto che poi tutto ritorna alla quotidiana frenesia. Le sue foto hanno quindi lo stesso effetto ─ sia per l’autore che per chi le guarda ─ di una pausa momentanea da vivere e condividere.
Nessuna voglia derivativa, nessuno stile da ricopiare: fotografare, per Paul Garcia, serve a condividere più che ad attirare l’attenzione, riuscire a mettersi a nudo e a far vedere le cose non attraverso i propri occhi, ma con lo stesso stato d’animo.
Potete continuare a sfogliare la gallery sul sito di Phases.
Questo invece è il suo spazio personale.