Kensuke Koike è un artista giapponese, classe 80, di adozione italiana che della sua qualità più evidente, l’ironia, ha fatto la caratteristica della sua arte. L’ironia, secondo Kensuke, consiste nella capacità di “pensare le cose al rovescio“, di essere preparati ad un’inversione di marcia che si traduce nella voglia di essere curiosi e sopra le righe.
Tutte queste caratteristiche si ritrovano nei suoi lavori che si spiegano davanti ai nostri occhi come se l’artista fosse dinnanzi a noi a parlarci. Le sue opere sono costituite in prevalenza da materiale fotografico e video, da collage e cortometraggi che reputa essere i mezzi migliori per descrivere la realtà e catalogarne anche le più piccole ed inaspettate crepe. Nei suoi disegni si coglie la bravura di un occhio attento, capace di scalfire l’apparenza delle cose, di riuscire ad elaborare un concetto comune facendolo diventare personale, proprio.
Nel progetto Wish, Koike ha cercato di sviluppare un proprio concetto di “diamante” -partendo dalle sue caratteristiche (“riflettente”, “sfaccettato”, “prezioso”) fino a crearne uno home made, simile a grafite.
In questa collezione si inseriscono anche sculture filiformi, alcune astratte, altre rappresentanti alberi, le cui foglie sono costituite da specchi triangolari.
Ripensando al lavoro intitolato Single Image Processing, costituito da immagini sminuzzate, ritagliate e rielaborate, Koike afferma:
“Se avessi avuto degli ingredienti nel mio frigo, avrei potuto cucinare qualsiasi cosa. Ma alcuni ingredienti è possibile che non siano mai usati. Se trovo solo una carota, la devo cucinare nel miglior modo possibile, tagliandola, gratinandola, arrostendola, bollendola, friggendola, essiccandola ecc. Con più ingredienti non avrei mai scoperto che la carota da sola, potesse essere un ingrediente così delizioso”
Nelle opere di Kensuke Koike vige un insegnamento: il nostro è un mondo pieno di meraviglie, né lontane, né irraggiungibili.