Costruireste una casa per nove persone in tre metri di larghezza? A21studio lo ha appena fatto: Saigon House, realizzata in Vietnam, è stata pensata per una famiglia con sette bambini. Due muri preesistenti fanno da supporto a un grappolo di stanze sospese le une sulle altre, collegate da scalette e piattaforme che si rincorrono in un girotondo di colori. Da una facciata grigia che passa inosservata tra le insegne sgargianti della strada si passa a un ambiente ricco di trame, spessori e materiali, un interno domestico che ingloba la sensazione di simultaneità della città in uno spazio minimo.
La composizione apparentemente casuale, la forma dei mattoni che traspare sotto gli intonaci, le persiane e le inferriate farebbero pensare a un autocostruito, la presenza dichiarata degli architetti affiora in piccoli dettagli, calibrati per mantenere l’idea di molteplicità. Tutto si gioca nel contrasto tra superfici grezze e levigate, le prime sono impiegate per delineare il volume delle stanze, ben ancorate ai muri perimetrali, mentre gli elementi più rifiniti vengono semplicemente sovrapposti, precariamente appoggiati su questa ruvida impalcatura.
Una rete di corda crea una cortina impalpabile dal basso, su cui si può improvvisare una terrazza al piano superiore. Non ci sono piani veri e propri, ma ogni livello è determinato dai singoli elementi: gli spazi si susseguono senza barriere al movimento, invitando a un’arrampicata diagonale. Le trame trasparenti di reti e inferriate contribuiscono a creare ambiguità spaziale tra interno ed esterno: l’intera casa potrebbe essere considerata un giardino, dato il ruolo debole di porte e finestre nella definizione di un contorno, o uno spazio chiuso unificato da un’unica inferriata orizzontale. Forse una costruzione del genere può funzionare solo con questo clima, ma è proprio il legame con il contesto che la rende così interessante. Saigon House è una casa sospesa tra interno ed esterno, che protegge la vita domestica donandogli il dinamismo di una città.