Matteo Manfrini, scultore trentino che opera anche a Bologna, ci mostra il suo particolare modo di lavorare il legno: il processo creativo si lega all’implosione di binomi energetici che fanno emergere l’aura negativa attraverso cui è possibile rileggere l’impronta millenaria della scultura.
Nella sua collezione intitolata Steady Diet la doratura posticcia in foglia d’ottonella applicata sul legno subisce una scansione temporale, ossida, mettendo in rilievo l’ontologia della materia lignea.
Attraverso una trasfigurazione dell’artigianato suntuario, assistiamo ad una reinterpretazione dello spazio che si presta come teatro di una sorta di riemersione del figurativo dopo la morte dell’antichità.
Affascinato in precedenza da suggestioni di tipo mitologico come divinità nordiche ed egizie, passando per la pittura iconica, Manfrini ha sintetizzato la sua ricerca estetica nella produzione di quelli che Jurgis Baltrusaitis cita come “Wak-Wak” – ponti tra figurativo e astratto – connessi tra loro dall’idea di respirazione cellulare e dall’impronta cromatica che appare per mezzo del fenomeno dell’ossidazione.
Per questo ritroviamo nei suoi Esercizi di Respirazione richiami di presenze legate dalla stessa respirazione della materia e dal risultato estetico che ne consegue. Da qui attraverso la processualità di un certo fare-scultura nascono immagini di oggetti-indice. Attraverso una progettualità intrinseca, queste immagini ri-descrivono le affezioni necessarie al proprio miglioramento riformulandone le possibilità. Succede un po’ come con la performance, che in un preciso momento storico si è fatta indagatrice degli spazi scultorei fruibili, dilatandoli, estendendoli e riprogrammandoli. Si ripetono anche gli intenti: si vuole liberare lo sguardo dal contenuto semantico dell’ oggetto e lavorare su ciò che precede l’idea, sulla sensazione. Tattile, in questo caso.
Nel lavoro di Matteo Manfrini ciò che risulta dal processo di ossidazione richiama quella respirazione originaria necessaria anche alla stessa azione performativa: l’elettronegatività dell’ossigeno agisce sulle stratificazioni cromatiche e pittoriche, rendendole manifeste. Visibili.