Over Yonder è la mostra di Marco Strappato presso The Gallery Apart.
Il titolo del progetto espositivo definisce sinteticamente un aspetto programmatico del suo lavoro: l’espressione over yonder – laggiù – indica con voluta approssimazione il punto nel tempo e nello spazio in cui l’opera del giovane artista prende corpo. Over Yonder è in realtà un non-luogo e un non-tempo, è un vanishing point che dissolve le solite distinzioni disciplinari, temporali e categoriali, e le rimescola creando associazioni inedite. Gli oggetti generati in questo luogo non meglio precisato sono ibridi che intersecano l’idea tradizionale di paesaggio con l’immagine filtrata dagli schermi a cristalli liquidi di computers, tablets e smartphones. La scultura classica è riproposta sotto forma di vecchi armadietti di metallo. Niente è come ci si aspetterebbe che fosse.
Non stupisce che la principale fonte di ispirazione giunga dal mondo del cinema, The Wild Blue Yonder, il film del 2005 diretto da Werner Herzog fornisce gli spunti sintattici e iconografici per i lavori esposti, tanto che è proprio una lunga citazione del regista tedesco ad aprire lo statement dell’artista:
We are surrounded by worn-out images, and we deserve new ones. Perhaps I seek certain utopian things, space for human honor and respect, landscapes not yet offended, planets that do not exist yet, dreamed landscapes.Very few people seek these images today which correspond to the time we live, pictures that can make you understand yourself, your position today, our status of civilization. I am one of the ones who try to find those images.