Nell’immaginario comune il mercato è un luogo denso, allegro, al tempo stesso caotico, disordinato e non più adeguato, per molti, alla sofisticata società odierna. Eppure questa funzione trova spazio nella proposta di Nieto e Sobejano al concorso del 2007 per la riqualificazione del centro storico di Madrid. I due architetti propongono la ridefinizione degli spazi urbani mediante volumi e usi diversi, al fine di migliorare i servizi del quartiere e proporre una nuova relazione con le preesistenze. L’ambizioso intervento è avvenuto in due fasi: la prima nel 2009, con la riorganizzazione della piazza di Santa Barbara e l’installazione del mercato temporaneo, la seconda, dal 2010 al 2014, con la costruzione del mercato permanente, la biblioteca e il centro sportivo in prossimità di due vie importanti di Madrid, Calle de Barcellò e Calle de la Beneficiencia.
La piazza di Santa Barbara ha assunto il ruolo di “salotto urbano”: un sistema di piani inclinati che risolve quote diverse, la cui pavimentazione è alternata con piastrelle in granito e boschetti di alberi. Nei pressi della piazza, sopra il parcheggio interrato, c’era il mercato temporaneo, nato come struttura per sostituire la funzione del mercato storico demolito, fino al completamento del cantiere.
I sei volumi a base pentagonale rievocano i padiglioni isolati dei mercati delle piazze pubbliche. Il violento esito formale che li contraddistingue è motivato dal carattere provvisorio, capace di generare una nuova percezione del contesto urbano che li ospita. I padiglioni, apparentemente disposti in modo aleatorio, in realtà sono l’esito della combinazione di un modulo pentagonale che varia nella sua area, altezza e rotazione. Le forme sono prive di spigoli vivi, hanno un rivestimento traslucido in policarbonato bianco che di giorno diffonde la luce naturale all’interno, di notte trasforma il mercato in un raggruppamento di suggestive lanterne luminose. È un sistema di elementi reversibile, progettato con l’intenzione di essere reimpiegato in altre parti della città alla conclusione del cantiere, restituendo alla piazza che lo ospita il suo ruolo originario.
Il progetto del mercato permanente vede l’articolazione di tre volumi: i volumi del mercato e del centro sportivo possono essere interpretati come corpi intenzionati in un abbraccio sospeso nel tempo e nello spazio: sono elementi autonomi che si relazionano attraverso i luoghi creati con l’assenza del contatto. Il mercato si eleva su quattro piani fuori terra e la sua copertura diventa una piazza belvedere, sulla quale è sospeso l’aggetto del volume adiacente, creando un luogo raccolto, dal quale si può scrutare la città indisturbati nella penombra, prima di diventare protagonisti del panorama coinvolgente della piazza.
Il corpo aggettante contiene sale per l’attività fisica ed insieme alla piazza si relaziona con la città, diventando un segno dello skyline di Madrid. La pausa volumetrica crea una molteplicità di spazi, non solo in direzione orizzontale, ma anche verticale. Si configura una strada coperta alla quota del terreno, dalla quale è possibile accedere ad una scala mobile che conduce alla piazza belvedere; inoltre due ponti collegano i volumi a diverse quote. L’edificio della biblioteca, invece, si relaziona con un fronte al patio della scuola elementare preesistente e dall’altra parte con lo spazio longitudinale pubblico che comunica con la facciata del mercato e del centro sportivo.
Tutti i frammenti sono resi unitari dall’equilibrio misurato tra le parti, rafforzato dall’uso di un rivestimento comune: lastre di vetro bianco opalino. La combinazione degli elementi genera spazi urbani diversi nei quali è proposto lo stesso motivo geometrico pentagonale, un richiamo formale, un segno immediato che riconduce ad un unico sistema.
L’audacia del progetto non è attribuita solo all’articolazione del sistema compositivo, ma anche alla riflessione sull’identità storica del mercato del quartiere. Se ne recupera il significato sociale come luogo generatore di relazioni quotidiane attraverso una chiave moderna sensata, che raccoglie la sensibilità delle nuove generazioni.