Gianni Pettena, tra le anime dell’Architettura Radicale italiana degli anni ’60 e ’70, ha sviluppato un percorso teorico originale fatto di installazioni e performances in molteplici contesti urbani, realizzando meta-architetture monumentali ed effimere.
In Architecture Vs Nature Pettena costruisce un mondo fatto di famiglie di forme architettoniche che si confrontano con le forme della natura. I collages di spazi mettono in risonanza i peristili dei templi della classicità, le dilatazioni degli spazi barocchi, gli spessori murari delle architetture fortificate e gli spazi centrali della romanità. La fisicità della natura, rappresentata nelle sue forme per mezzo di un codice grafico come quello delle isolinee, è architettura in potenza; cinque acropoli disegnate con frammenti naturali ed artificiali, che s’interrogano sul significato di contesto.
La ricerca volta all’osservazione critica di ogni componente che intervenga a modificare l’ambiente, sia esso naturale o ‘lavorato’ dall’uomo, conduce ancora una volta Pettena a sottoporre l’architettura a processi di trasformazione che ne minano la prevalenza nel contatto/confronto con elementi naturali.
Nei disegni di Nature vs. Architecture piante di edifici celebri appaiono sempre più ‘costrette’, o erose, dal contesto naturale. Con una simbologia molto esplicita, si mostra la volontà di pronunciarsi, nel confronto, in favore della natura, della cui forza l’architettura, consapevolmente o meno, deve tener conto.