Immergersi nell’universo variopinto di Lucia Calfapietra è una piacevole esplorazione che lascia stupefatti per la vivacità creativa, le studiate cromie, la fervida immaginazione e il tocco leggero e delicato di un’artista che ci regala immagini poetiche, ironiche.
Illustratrice soprattutto di libri, Lucia Calfapietra è affascinata dall’universo infantile dove la sua fantasia può viaggiare a briglia sciolta giocando a mischiare forme e colori.
Qual è stata la tua formazione artistica?
Vivo a Parigi da cinque anni e, dopo aver frequentato uno stage alla galleria e casa editrice di libri artistici per bambini Les Trois Ourses, ho deciso di approfondire la mia conoscenza dell’editoria francese e così sono rimasta qui. Ma senza pianificare molto, a dire il vero!
Ti definisci “illustratrice italiana a Parigi”. Puoi già tracciare un bilancio delle problematiche del tuo lavoro in Italia confrontandole con quelle affrontate in terra francese?
Ho iniziato a lavorare come illustratrice a Parigi e quindi non posso fare veramente un confronto in base alla mia esperienza precedente, perché sono partita quasi subito dopo la laurea. Quello che sento da amici e colleghi che lavorano in Italia è che le tasse per i freelance sono meno vantaggiose rispetto alla Francia. Qui esiste una tassazione specifica per i creativi, differente da quella degli altri mestieri indipendenti, e inoltre il mestiere di illustratore è molto più riconosciuto a livello di immaginario collettivo. Nessuno ti chiederà mai, come può succedere in Italia, “Ma qual è il tuo vero lavoro?” oppure “Ma quindi fai i cartoni animati?”.
Vivere a Parigi ha certamente portato nuovi stimoli alla tua creatività. Cosa ne pensi in merito?
Il fatto di essere in terra straniera credo mi abbia stimolato a “buttarmi” di più, ad avere meno paura del giudizio altrui. Inoltre in questa città la vita culturale e artistica è vivissima, si fa fatica a stare dietro a tutte le esposizioni, festival, concerti… Gli stimoli sono tantissimi, così come la concorrenza. Si è spronati a rimboccarsi le maniche senza piangersi addosso, questa almeno è la mia esperienza.
La tecnica raffinata, i colori forti o delicati e la magia sono una particolarità del tuo creare artistico. Quali sono stati i tuoi maestri ispiratori?
Non ho veri “maestri”, anche se un workshop che feci tanti anni fa con Javier Zabala, illustratore spagnolo, cambiò la mia percezione dell’illustrazione e mi fece sentire più a mio agio con il disegno.
Come nascono le tue idee?
Sono appassionata di letteratura per l’infanzia, quando posso vago per mercatini e mostre. Adoro l’illustrazione russa di inizio novecento, di cui siamo tutti un po’ debitori. Se potessi vivrei in biblioteca.
Cosa ti influenza maggiormente nel processo creativo e come procedi nella stesura di un progetto?
Non sono metodica e i progetti hanno tanti percorsi diversi. A volte si tratta di progetti veloci, di pochi giorni, altre volte durano mesi, dipende dal supporto e dal committente.
Quasi sempre parto dalle parole, da quello che mi evocano.
Comincio a scarabocchiare forme, mi perdo su internet e nella mia libreria in cerca di ispirazione. In seguito faccio dei bozzetti e poi spesso lavoro con Photoshop, come se facessi un collage, ma digitale.
Cambio la composizione e i colori finché non sono soddisfatta, finché l’immagine non è come sento che dovrebbe essere.
Questo scatenato Flamenco, dove pare di sentire il ritmo della musica, è la sintesi raffinata dell’arte di Lucia Calfapietra