Nella sua serie Do the Priest with Different Voices, il fotografo americano Maury Gortemiller esalta l’ambiguità del significato dei simboli, rivisitando le icone sacre della Bibbia attraverso l’uso di oggetti mondani. Dissacranti, irriverenti e subdole, le sue foto nascondono una scomoda riflessione sul senso della religione nella cultura moderna americana frutto del capitalismo.
I segni del martirio diventano un tatuaggio, la spiritualità si manifesta in un’auto parcheggiata, coperta da un lenzuolo. La luce, il fuoco e i gesti legati ai riti sacri assumono forme moderne che si prestano a confuse interpretazioni, tra la finzione e l’ameno.