Luca Prestia ha sintetizzato in 14 immagini di grande presa emotiva il suo reportage Young Africans realizzato in Burkina Faso nel dicembre 2017.
Sono giovani studenti, contadini, venditori ambulanti di frutta, produttori di cotone, cercatori d’oro, un disoccupato, un’allevatrice e un’insegnante che guardano concentrati nell’obiettivo regalandoci quasi sempre un sorriso.
E questo ci colpisce perché la speranza di costruire un futuro migliore può dare la forza di sorridere in una realtà che vede il Burkina Faso tra i paesi più poveri al mondo. Le figure in primo piano si stagliano su sfondi sfumati di paesaggi poveri, di terre arse dal sole che quasi nulla regalano, di piante e animali consumati dal caldo, di quattro assi come casa e di un semaforo che pare inutile far funzionare.
La dignità del vivere è rappresentata nel portamento regale di questa giovane allevatrice, quasi volesse interpretare il significato del nome Burkina Faso che, nelle lingue more e djouia, significa “terra degli uomini integri”.
Nei giovani è racchiusa la forza per cambiare esistenze ai limiti della sopravvivenza e per loro Thomas Sankara, rivoluzionario burkinabé considerato il “Che Guevara africano” ucciso nel 1987, rappresenta il simbolo di una lotta quotidiana.
Per immaginare e tentare di realizzare un progresso che renderebbe più lievi e meno faticose le vite, oggi drammaticamente segnate da un’alta mortalità infantile, bisogna guardare avanti con la determinazione e la forza di un ottimismo che ogni burkinabé è obbligato a cercare. Per sopravvivere.
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