“Sofisticata, bella, non convenzionale.”
Le parole della critica Ada Louise Huxtable di fronte alla nuova residenza privata di Blanchette Rockefeller alla 52esima strada di New York. Progetto commissionato a Philip Johnson nel 1948 e completato nel 1950, forse non un semplice esercizio di stile ma un sublime omaggio al grande maestro Mies, nei cui schizzi è palese una simile purezza di tratto e scelta attuativa.
Ad un primo sguardo ci si può quasi convincere che un blocco dell’Illinois Institute of Technology sia stato estratto per essere posizionato tra due volumi architettonici borghesi nel bel mezzo della chiassosa New York, mantenendo la sua nobiltà strutturale nonostante lo sviluppo limitato e creando un vuoto essenziale.
L’abitazione si sviluppa sostanzialmente con una pianta libera su due livelli, dei quali solo il primo risulta schermato con un setto murario avendo diretto accesso alla strada. La conformazione dell’abitazione su di un’asse longitudinale ha inoltre dato la possibilità di ricavare una corte/giardino che scinde il primo livello in due blocchi.
La scelta dei materiali resta in linea con i dettami di Mies, passando dall’acciaio al vetro con l’intento di smaterializzare il volume architettonico, sovrapposto ad un “basamento” in mattoni rossi in totale relazione cromatica con gli edifici adiacenti.