Andreas Scheiger ha sede a Vienna, è un artista, illustratore, scultore e graphic designer.
Le sue opere celebrano il “corpo” del carattere, quasi in un gioco di parole, in chiave strettamente evocativa, mostrandone il lato primordiale. Realizzate con diverse tecniche e materiali come legno, vernice acrilica, vetro, resina e poliestere colato, dandogli le sembianze dell’ambra, o l’aspetto viscido e gommoso di un mollusco.
Andreas stesso, e non a caso, cita Alphabet and Elements of Lettering di Frederic W. Goudy, storico e teorico della tipografia e tipografo incredibilmente prolifico della prima metà del ‘900.
Goudy presentava sinteticamente l’evoluzione della lettera latina, respingendo le affermazioni di Leonardo, Tory o Dürer che sostenevano che le lettere potevano essere scomposte in elementi geometrici di base. Goudy rifiutava riga e compasso. Preferiva assimilare a lungo la forma degli antichi caratteri, per estrarne le proporzioni ideali, che gli appartenessero in quanto umane.
Ed e proprio qui che l’opera di Scheiger si accosta al pensiero di Goudy, soprattutto in un’era in cui l’approccio con i caratteri è divenuto inevitabile e quasi scontato, come disse anche Matthew Carter (designer inglese, ideatore di caratteri come Verdana e Georgia) in un celebre discorso per Ted, intitolato “My life in typefaces”:
“Pochi consumatori sono preoccupati di sapere da dove sia saltato fuori un particolare carattere tipografico, o quando e chi lo ha progettato; e se, in effetti, ci fosse una qualche azione umana coinvolta nella sua creazione, o se si fosse spontaneamente materializzato nell’etere.”
Scheiger basa il suo lavoro di demarcazione surreale sull’artigianato tradizionale, mette ciascuna delle lettere dell’alfabeto sotto un microscopio e ne studia la struttura e lo sviluppo, riproducendole con la minuziosità tipica di un buon artigiano. I pezzi quasi autoptici mostrano un aspetto della tipografia mai visto prima.
Il suo progetto ancora in corso mostra un lato organico, umano e sovrumano, quasi mostruoso dei caratteri tipografici, una buona dose di nostalgia, ed uno spudorato amore per la bellezza.
Qui mostrate la exhibit num: 1, 3 (S), 10 (E), 16 (P), 17 (Y), 19 (A) e le Fig. 1-6 (A), 23 (S), 18 (B), 24 (H).
La collezione completa si trova su Behance.
Consiglio di vedere anche il set: One letter is a sound. Two letters are a world.
Images courtesy of Andreas Scheiger.