Si propone di svolgere una sorta di lavoro psicoanalitico su alti e bassi della personalità umana e riesce nell’intento attraverso la sua arte.
Austyn Weiner, ventitreenne originaria di Miami, nonché eletta tra i dieci artisti più influenti nel 2013, trae il punto di partenza per il proprio lavoro dai variegati colori ripresi dalla sua città natia.
Attraverso la propria arte non fa altro che parlare di sé: è l’arte a rilevare la sua identità anche se non è consueto che una giovane artista si impegni nel rilevare la propria immagine anziché costruirla.
Ma lei è sicura, determinata, non ha paura di mostrarsi e mostrare il frutto della creatività posseduta attraverso un processo espressivo che prevede l’utilizzo di più strati, compresi vernice, inchiostro o stampa, seguiti dall’azione di manipolazione di questi in un livello finale.
Sviluppa il senso estetico a partire dall’età di 14 anni, quando per la prima volta comincia a scattare fotografie in un luogo estremamente eclettico, Miami. Maturando, riflette sulle conseguenze che la rivoluzione digitale ha provocato, diffondendo la professione di fotografo anche senza alcuna professionalità. Sente così di dover abbandonare la semplice rappresentazione di immagini, avvertendo il bisogno di scomporre al fine di creare qualcosa di unico.
Il mondo circostante le appare disordinato e, rispecchiando anche la sua individualità, non procede alla registrazione della dimensione che le circonda bensì alla decostruzione.
Non stupisce dunque la partecipazione a The Arts Initiative, iniziativa organizzata al fine di fare dell’arte una parte della vita quotidiana, alla quale Austyn partecipa con il suo maggiore lavoro: un murale in plexiglass di 12 x 9 metri, concepito per riempire gli spazi pubblici in nome dell’arte contemporanea.
Il filo conduttore del suo lavoro è la connessione tra arte e artista: Austyn non intende l’arte come fine a se stessa; non hai mai sottovalutato l’idea di performance art, divenendo ella stessa il soggetto vivente della propria opera d’arte.
Non si prende mai troppo sul serio lei, che ama giocare ironicamente con gli aspetti della sua personalità. E’ proprio l’ironia il suo tratto distintivo, tale da avvicinarla a Cara Delevigne, figura iconica nel mondo della moda. Immagini come fotografie appena fuoriuscite da una polaroid e un ritratto, “La Modèle”, celebrano l’esplicazione del suo processo creativo. Ha dipinto Cara così come la vede, curiosa, divertente, diversa, una bellezza senza tempo.
Quel senso di disadattamento che le accomuna ha fatto sì che entrambe esplodessero come soggetti ragguardevoli: una nell’ambito moda e l’altra in quello dell’arte.