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Quiet Ensemble
Artwort Arte Video Vedere l’invisibile, udire l’inudibile – Quiet Ensemble
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Vedere l’invisibile, udire l’inudibile – Quiet Ensemble

  • 15 Luglio 2014
  • Roberta Esposito

Quiet Ensemble è un duo artistico che nasce nel 2009 dall’incontro di Fabio Di Salvo, che si dedica alla sperimentazione e all’ideazione di opere video interattive utilizzando moderni software di manipolazione audiovideo, e Bernardo Vercelli, light designer, laureato in scenografia teatrale in Norvegia.

Insieme sviluppano un interesse rivolto alla contaminazione di modalità espressive differenti, focalizzando il loro sguardo sull’enormità delle piccole cose, mescolando l’elemento naturale con la tecnologia.
Cercando di creare un universo che va oltre il visibile, un punto d’incontro tra caos e controllo, in equilibrio tra possibile e impossibile, i loro lavori sono un perfetto ed inaspettato connubio di elementi che vanno oltre quello che si è soliti vedere.


Un perfetto esempio è “Natura morta”, un vero e proprio concerto, dove gli unici strumenti utilizzati sono dei frutti che emettono suoni grazie all’energia elettrica contenuta al loro interno.
Ogni frutto contiene dell’acido che produce micro tensioni elettriche; con l’utilizzo di semplici cavi audio (left – right) e di una scheda audio con dei sensibili preamplificatori è possibile amplificare queste frequenze rendendole udibili.
Durante la performance live gli artisti partono con i suoni dei frutti “puri” e gradualmente li spezzano per includere nella composizione anche interferenze esterne, come il corpo umano a contatto col frutto.
Al suono si accompagna anche la componente visiva: i singoli frutti sono poggiati su diverse piattaforme in legno con base in plexiglass retroilluminate, quando il frutto suona la sua base si illumina, rendendo mutevole lo spazio circostante. Il tutto è enfatizzato da una grande videoproiezione di una visione macro dei frutti disposti sul tavolo, immagini che,  lentamente,  da concrete si trasformano in astratte.


Altra opera a metà tra sound design e installazione, com’è già intuibile dal titolo, è “Quintetto”, una continua successione musicale sempre differente, orchestrata da un quintetto di pesci rossi in movimento in alte vasche rettangolari retroilluminate.
Il movimento verticale dei pesciolini rossi, ripreso da una videocamera, è tradotto in tempo reale in sonorità che enfatizzano, attraverso un’espressività differente, il movimento stesso.
L’idea progettuale si ispira direttamente alla natura e l’intento è proprio quello di svelare quelli che gli artisti amano chiamare “concerti segreti” della vita di tutti i giorni. L’elemento concettuale alla base dei loro lavori è il caos, la casualità, elemento fortemente presente in natura, quello che più stimola Fabio e Bernardo, tanto che “Quintetto” non è l’unica opera che si sviluppa a partire da questo concetto.


In “Orienta” il passaggio casuale delle chiocciole determina il disegno che potrebbe risultare meravigliosamente complesso o altrimenti insignificante.

Ma anche in “Biografie” in cui vengono rappresentate graficamente (grafie) le vite (Bio) di alcune specie di insetti che vengono “inseguiti” da una punta di grafite che segna il tracciato percorso dall’animale in 50 minuti.
Traiettorie invisibili che raccontano il passaggio di un essere vivente sulla terra. Ognuno di loro con la propria attitudine, ognuno con le proprie reazioni. Tracciati di alcuni esseri viventi, lasciati liberi di compiere il loro percorso su una lastra di vetro (nel caso delle lumache in Orienta) o su un foglio di carta (nel caso di Bio-grafie), che vengono evidenziati creando una ragnatela luminosa, testimone del loro vissuto e delle loro scelte.


Anche in “Orchestra da Camera” sono ben evidenti gli elementi concettuali che definiscono la poetica dei Quiet Ensemble.
Un’installazione musicale dove gli elementi dell’orchestra sono quaranta topolini che corrono su delle ruote collegate a un carillon. Il numero di carillon e i movimenti casuali dei topolini rendono irriconoscibili le melodie (ninne nanne di Brahms, Schubert e Mozart), che si mischiano e si sovrappongono tra loro, creando composizioni inaspettate e sempre nuove.

Il tentativo di svelare l’invisibile o rendere udibile l’inudibile, li intriga molto.

Per questo l’attenzione degli artisti si focalizza sui piccoli eventi che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, le piccole cose a cui non diamo più valore, con il tentativo di stimolare quella meraviglia infantile che si assopisce con il passare del tempo.

Attualmente il duo è a lavoro su un nuovo progetto musicale che verrà presentato in occasione del roBOt festival il prossimo ottobre. Un concerto dove l’orchestra classica e gli strumenti vengono sostituiti da un set up elettrico. Al posto di ogni strumento dell’orchestra ci saranno neon verticali, lampade stroboscopiche e un faro che illumina il pubblico.
Attraverso un particolare processo, il suono sarà estrapolato dalla corrente elettrica, generando e unendo insieme luce e suono.
Sarà concerto di pura luce.

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Roberta Esposito

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