Se pensi alla caduta dell’Unione Sovietica nel 1991 ed ai paesaggi russi, di certo non ti viene in mente un’architettura stravagante. Dopo il crollo del regime, la situazione è però cambiata radicalmente.
Negli ultimi dieci anni, il fotografo Frank Herfort, con sede a Mosca, ha documentato lo stato attuale di questi edifici, e le sue foto sono state raccolte e pubblicate nel libro intitolato Imperial Pomp, pubblicato da Kerber Verlag. Concentrandosi su Mosca e sulla città di Astana, in Kazakistan, il lavoro di Herfort racconta la storia di un “momento unico”, come lui stesso lo definisce.
In questo modo Herfort spiega le sue impressioni davanti a questi edifici:
“Dopo aver esplorato le strutture di Mosca, mi sono reso conto che in tutte le città e i paesi dell’ex Unionie Sovietica è possibile trovare edifici simili. Allora sono andato a Vladivostok, a Blagoveshchensk sul confine cinese sul fiume Amur, ad Astana in Kazakhstan, a Baku in Azerbaijan, a Sochi e a San Pietroburgo. E nei territori adiacenti.
Sono sempre stato impressionato da queste enormi costruzioni mentre guidavo per le strade di Mosca, città priva di grandi edifici residenziali e dallo skyline piuttosto basso. Per questo sono rimasto così colpito quando improvvisamente mi è apparso uno di questi nuovi grandi stabili colorati, che si ergono come singoli fiori ritagliati nel paesaggio. La cosa strana è che questi edifici sono utilizzati anche per manipolare le persone e cercare di farle sentire piccole.
Non ho mai avuto l’impressione che queste strutture fossero state progettate e costruite per le persone: se ci si avvicina si nota come siano privi di infrastrutture, di marciapiedi, di veri e propri ingressi.
Il primo edificio che ho fotografato è stato l’Aliye Parusa Tower di Mosca, impressionato dalla combinazione di elementi e decorazioni sovietiche simili a quelle utilizzate in tutti gli edifici dell’epoca stalinista.”