Julius, il nuovo brand di origine giapponese, nato dalla mente creativa ed estremamente visionaria di Tatsuro Horikawa, irrompe sulla scena del abbigliamento maschile quasi come farebbe un celebre Gareth Pugh.
La nuova frontiera del dark, il lato oscuro del nero, un progetto nato come esperimento concettuale per dare espressione alla mente creativa del designer. L’assetto artistico è ben visibile, capi che avvolgono e strutturano il corpo con volumi skinny ma abbondanti.
Il ritorno dello skinny boy al quale ci eravamo abituati e disabituati, una moda che necessita di un unico interprete, efebicità allo stato puro ma sempre un accenno di mascolinità sputata e decisa.
Nero, sempre nero e solo nero, dark, gotico, profondo. Anime in pena che viaggiano in assenza di energia ma corazzate da cappotti-armatura. Tessuti tecnici accompagnano lussureggianti nappe e sete lavate, in tendenza con gli altri che anche hanno proposto l’uomo vestito di seta.
Ben visibile è lo stile urbano che accompagna il lugubre, le strutture irruente dei tagli e delle accollature riconducono ad una moda essenziale e notoriamente giapponese.
Le giacche si incrociano su loro stesse, spostando laterlamente (anche se di poco) l’abbottonatura, le casacche e le canotte si allargano e si stringono, i pantaloni di pelle e denim spalmato sono prima stretti al polpaccio poi larghi al cavallo.
L’essenza del kimono è ben visibile quando si osservano le camicie e i lunghi cappotti armatura, squadrati da tagli che ne influenzano la caduta e la plasticità. L’essenza stessa e il significato del taglio aninamo forme asettiche e, perché no, anche asessuate di cappotti apparentemente cocoon.
Giovani ribelli, spettinati e svogliati sfilano con maniche esageratamente lunghe, quasi una critica menefreghista ai canoni e ai concetti basilari dello stile maschile.
Essenziale come mai nessuno ma così profondamente completo e articolato, questo è il Dark oltre il Dark di Julius.