In occasione della rassegna ArteLibro, festival bolognese dedicato alla storia e all’arte del libro, la città è in trepidante attesa di un terremoto mediatico.
E riferimento più adatto non si poteva evitare per David Lynch, visionario cinematografo americano, ma anche regista, scenografo, musicista, fotografo, pittore e provocatore ante litteram. E subito salta all’occhio la parola “Factory” che è una chiara citazione a Warhol, il quale ha introdotto per primo questo termine nella società contemporanea. Ma mentre Andy produceva, costruiva e realizzava opere d’arte nella sua Factory, Lynch tende a de-costruire, a decomporre e a svalutare le aree industriali, dovute anche all’impatto ambientale delle stesse.
Nel Mast, centro sperimentale e laboratorio artistico, verranno esposte più di 100 fotografie dell’artista a 360° che non a caso ha scelto la tecnica B/W che accomuna la maggioranza, se non la totalità, delle opere in mostra.
Realizzate tra il 1980 e il 2000, tra il Vecchio e il Nuovo continente, Lynch si esibisce (verranno riprodotti anche dei cortometraggi) e ci esibisce degli scatti d’autore che ritraggono fabbriche e industrie di mezzo mondo già toccato da diversi problemi quali il consumismo e la svalutazione della produzione artigianale.
Una vera e propria archeologia industriale, vagando tra le aree grigie di Berlino e New York, passando per la Polonia, l’Inghilterra e il New Jersey e finendo proprio a Los Angeles, fulcro dello star-system ma anche dell’impoverimento culturale, e città di residenza di Lynch.
Fanno parte della mostra un’installazione sonora dell’artista ed una selezione dei suoi primi cortometraggi meno noti al grande pubblico. Alcuni cortometraggi verranno proiettati a ciclo continuo all’interno del percorso espositivo: Industrial Soundscape, Bug Crawls, Intervalometer: Steps. Inoltre verrà presentata anche un’installazione sonora dal titolo “The Air Is On Fire_ I (Station)”, tutto proiettato a ciclo continuo; Per finire, nelle giornate di apertura straordinaria, verrà offerta al pubblico la visione di Industrial Symphony No. 1, una performance teatrale ultra-sperimentale del 1989 che rappresenta uno degli inni lynchiani all’estetica industrial, esaustivamente sondata sin dagli albori con opere come Eraserhead (1971) e da collaborazioni musicali con Rammstein e Nine Inch Nails.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Photographers’ Gallery di Londra, a sottolineare il respiro internazionale dello stesso evento, sarà ospitata dal 17 settembre al 31 dicembre 2014.