“What have you always wanted in your home, but have never been able to find?”
Questa è la domanda posta da Sir Terence Conran a 9 dei suoi amici del mondo del design del calibro di Zaha Hadid, Richard Rogers e Paul Smith.
Le risposte di ognuno sono i pezzi che compongono The wish list, una collezione di 10 oggetti per la casa sognati dai big del design e realizzati in collaborazione con giovani designer emergenti.
Una sola regola: ogni progetto deve essere realizzato interamente in legno.
La scelta del materiale è da ricondurre alla volontà di muoversi nell’ambito del design sostenibile. Utilizzando legno massiccio americano (materiale rinnovabile, riciclabile e biodegradabile) è ridotto al minimo l’impatto ambientale attraverso le varie fasi di produzione, dall’estrazione alla trasformazione, finendo per il riuso e lo smaltimento finale. Non a caso il progetto è sponsorizzato dall’American Hardwood Export Council.
È così che oggetti estremamente variegati (da un temperamatite per Norman Foster a una capanna per Paul Smith) risultano essere al contempo assolutamente omogenei nella composizione di questa collezione.
Alison Brooks, vincitrice del premio AJ Woman Architect of the Year, ha commissionato al designer inglese Felix de Pass un set di sgabelli da cucina, motivando così la sua richiesta:
The stool that sits at the counter in my kitchen is the most popular seat in the house. I have never been able to find a really great kitchen stool that is the right height for a kitchen counter and that is quiet, clever and beautiful.
L’architetto Norman Foster ha richiesto alla designer giapponese Norie Matsumoto un temperamatite di 3 misure che potesse raccogliere i trucioli una volta utilizzato.
L’architetto Premio Pritzker Zaha Hadid ha voluto collaborare con Gareth Neal per la realizzazione di un servizio da tavola interamente in legno. Il designer ha deciso di sposare i software utilizzati in architettura per la modellazione 3d con le modalità artigianali tipiche della sua produzione, un connubio tra tradizione e modernità. Il risultato sono vere e proprie sculture che partono dalla forma di caraffe per l’acqua.
L’architetto Amanda Levete ha deciso di avere al suo fianco l’ancòra studente di architettura Win Assakul al quale ha richiesto una ciotola bassa reversibile ed estendibile da adattare a tavolate numerose e a cene più intime.
Lo scultore Allen Jones ha deciso di realizzare un progetto che aveva in cantiere da circa un decennio: una chaise longue ispirata a un aneddoto riguardante la natura maliziosa di Peggy Guggenheim, e al suo fianco ha voluto la designer Lola Lely.
Il designer inglese John Pawson ha voluto esplorare l’esperienza dei gesti quotidiani automatici. Non un vero e proprio oggetto, ma una serie di pezzi legati alle azioni che si compiono meccanicamente, come aprire una porta, ad esempio. Questa iniziativa è stata per lui soprattutto un modo per guardare l’automaticità delle cose dal punto di vista di Studio Areti, lo studio delle sorelle Kershbaumer da lui scelto per la collaborazione.
For me it’s a chance to see things through other eyes, to get a fresh perspective on familiar questions.
Un desiderio dell’architetto Alex de Rijke era sempre stato quello di avere una grande tavola da giardino in legno lucido dall’aspetto solido ma in realtà molto leggera. The wish list è stata per lui l’occasione di commissionare questo oggetto al duo di artigiani designer Barnby & Day.
Richard e Ab Rogers, padre e figlio, hanno invece pensato agli angoli remoti degli appartamenti, quelli dimenticati perché non a portata di sguardo. Il loro progetto, realizzato in collaborazione con la designer Xenia Moseley, è una scala pensata per vedere sotto un’altra luce la propria casa e raggiungere le zone non visibili che diventano col tempo angoli misteriosi.
Paul Smith ha invece desiderato un angolo dove rilassarsi, lontano dal lavoro, dallo stress, dagli affari quotidiani. In giardino o, ancora meglio, in un bosco o una collina. È così che, insieme alla designer d’interni Nathalie de Leval, progetta il suo personale angolo di paradiso, una piccola capanna 3 x 3 metri nel mezzo del nulla nella quale rifugiarsi per staccare la spina appena possibile.
Ma non poteva certamente mancare il progetto di Mr Terence Conran che ha scelto di essere affiancato dal giovane designer Sebastian Cox. Desiderio del master designer era quello di avere una postazione di lavoro priva di ogni tipo di distrazione, un luogo di pura concentrazione e di totale funzionalità. Sebastian Cox ha risposto con una postazione-bozzolo mobile, uno spazio pensato per produrre e contenere pensieri creativi.
I progetti di The wish list sono stati presentati per la prima volta in occasione del London Design Festival e resteranno esposti fino al 24 ottobre al V&A Museum.