Greg Barth è un designer e videoartist di Ginevra con sede a Londra.
Greg è specializzato nella realizzazione di cortometraggi, spot pubblicitari e video musicali, con uno stile inconfondibile.
Il suo approccio è minimale, con un’accurata scelta dei colori, buon occhio fotografico ed una grande attenzione alla composizione. La sua particolare estetica lo ha portato a comparire su molti siti web e blog del settore, attraverso numerosi featuring, da Buzzfeed a Rolling Stone, MTV, CNN, Fubiz ed Huffington Post. Ha inoltre lavorato per Mc Donalds, Microsoft, Subway, Sony Music, Disney Interactive e molti altri.
Recentemente ha ricevuto il primo premio allo Young Director Awards 2014 di Cannes, nella categoria Video Art Europe con il corto Fortunes, an experimental comedy, selezionato, inoltre, tra i Vimeo Staff Picks.
Fortunes, come dice il nome, è una “commedia sperimentale”, il titolo quasi ne giustifica l’intento ed anche il contenuto. Greg destruttura non solo le immagini, i soggetti, ma anche la “trama”, il filo conduttore. Fortunes è una raccolta di rituali, spezzoni di quotidianità, una deformazione delle nostre abitudini. Buffo, ironico, compulsivo, eloquente.
Miscela animazioni, effetti grafici e sonori, una palette accurata, ed un minimo di 20 fps in stop motion.
Stop motion interessante quello di Greg, perchè non necessario. La sua è una scelta, un approccio quasi romantico: l’intento è quello di riprodurre la realtà, o meglio una parvenza di reale, fisicamente, anche senza ricorrere ad altri strumenti, se non le proprie mani, dando al prodotto finito una certa fluidità, ma percependone l’alterazione. Alterando, esagerando, entra in gioco un altro strumento, antecedentemente allo stop motion vi è After Effects, qui Greg aumenta la realtà. Parodiando la mediocrità, ciò che diamo per scontato, sfocia nella follia.
“It’s like a repetition”
Un’esplorazione dell’assurdo, limitando l’utilizzo di CGI, Greg pianifica l’intera struttura. Il no-sense è in realtà molto coerente, ogni corto prevede lunghi tempi di preparazione, assieme a numerosi strumenti, oggetti e modelli dai diversi materiali; nonostante l’aspetto minimale, e pur avendo un chiaro riferimento all’estetica digitale, assurda e struggente, Fortunes non ne è il frutto.
Greg denuncia, è influenzato dal movimento esistenzialista e surrealista, e si ispira ad eventi sociali, politici ed economici di tutto il mondo. Immediatamente, guardando questi ultracorti, e non solo per gli accostamenti cromatici, ci balzano in mente Wim Wenders e Wes Anderson, immancabili i Monty Phyton maestri del no-sense e Jan Svankmajer se si parla di stop motion.
Ma la serie che lo ha reso visibile ed interessante è Essays On Reality, il suo primo lavoro personale.
Essays On Reality / Chapter I
Ogni capitolo è raffigurato come una caricatura del suo tema che viene poi separato in tre saggi.
Di conseguenza, ogni tema pone tre domande:
1) Chi è il soggetto
2) Quali sono i suoi/le sue abitudini ed il suo stile di vita
3) Come lui/lei percepisce il mondo
Il soggetto, come anche l’interlocutore, è l’idiota americano.
Essays On Reality / Chapter II
Greg Barth su Behance.