Il 1914 è una data pregna di complessità: indubbiamente memorabile e così amaramente funesta per un’Europa considerata centro del mondo e faro della civiltà globale. Europa che si è detto essere tramontata a partire da quell’anno.
Il 1914 è l’anno dello scoppio della prima delle due guerre mondiali che sappiamo aver deflagrato il continente, esattamente cento anni fa.
Il 1914 ha fatto da spartiacque tra il mondo di ieri con l’Europa sul trono e il mondo delle masse dominate dalle ideologie totalitarie. La guerra che scoppia viene esaltata a sola igiene del mondo dai futuristi che divulgano con prepotenza il loro manifesto ma si è trattato davvero di un’ira funesta per i destini della civiltà.
Il significato di cui questa data è portatrice ha ispirato e funge da punto di partenza per diverse narrazioni. Absorbing Modernity 1914 to 2014 ne è un esempio ed è il tema scelto da Rem Koolhaas per la 14esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Dal 7 giugno, fino al 23 novembre tre composizioni complementari si svolgeranno al Padiglione Centrale, all’Arsenale e nei Padiglioni Nazionali di Venezia raccontando in modo cumulativo la storia degli ultimi 100 anni. Le mostre danno luogo a una panoramica globale sull’evoluzione dell’architettura verso un’unica estetica moderna e svelano, allo stesso tempo, la sopravvivenza di mentalità e caratteristiche nazionali uniche che continuano ad esistere e a fiorire all’interno delle culture individuali nonostante la globalizzazione.
Oggetto di nostro particolare interesse è un evento ispirato ad Absorbing Modernity 1914 to 2014: 1914 NOW Four perspectives on fashion curation, un’iniziativa di Alison Moloney del London College of Fashion che, in concomitanza con la 14esima Mostra della Biennale, inaugurerà il proprio progetto espositivo il prossimo 6 novembre e si concluderà il 14 dicembre a Venezia.
1914 NOW è un progetto che nasce dalla collaborazione tra fashion curator e filmmaker, indagando la funzione svolta dal curatore di moda ed esplorando la convergenza pratica e teorica di discipline differenti, quali la moda e l’architettura. A partire dall’ispirazione tratta dal brief Absorbing Modernity, Alison Moloney si è preoccupata di invitare a partecipare al progetto quattro curatori di moda: Walter Van Beirendonck, Amy de la Haye, Judith Clark e Kaat Debo.
I quattro fashion curator hanno dovuto elaborare un piano che proponesse la riflessione sul tema dell’abito nel fatidico 1914. La mancanza di documentazione storica relativa agli anni precedenti quella data, contro l’abbondanza di ricerche sull’impatto delle due guerre sulla moda, ha sicuramente spronato l’idea di sviluppo del progetto.
L’aspetto più interessante di 1914 NOW è la collaborazione dei quattro curatori con altrettanti registi – Bart Hess, Katerina Athanasopoulou, James Norton e Marie Shuller – con i quali è stato possibile esplorare le potenzialità proposte dal video. La cooperazione di ogni fashion curator con il rispettivo filmmaker ha originato quattro diversi e brevi film che, secondo l’approccio personale alla disciplina mostrata da ogni coppia di autori, rivelano una moltitudine di punti di vista sulla moda, sul concetto di modernità e sulle pratiche curatoriali.
Amy de la Haye è docente presso la UAL University of the Arts London. Curatrice museale e studiosa appassionata di storia della moda dal 1850 al contemporaneo, ha collaborato con la regista Katerina Athanasopoulou. In “The Violet Hour” hanno esplorato la soglia della modernità attraverso un abito da the.
Judith Clark, docente di moda e museologia della UAL ma soprattutto esperta di esibizioni sperimentali, per la produzione del film “Il vestito antineutrale” si è avvalsa della collaborazione di James Norton. Insieme hanno indagato contesti, arredi e materiali scenici partendo dall’analisi del Manifesto Tecnico Futurista di Balla. Da un elmetto del 1914 usato in guerra – The Sequin Hat – il duo artistico dà origine a riflessioni sullo scenario politico attuale.
Walter Van Beirendonck è il nome che sappiamo ormai essere sempre presente in tema di esibizionismo. L’eccentrico fashion designer della scuola di Anversa ha collaborato con Bart Hess. Il film s’intitola “Crossed Crocodiles Growl” e mostra l’evidente tendenza dello stilista alla desiderosa ricerca dell’ornamento che ben si sposa alla ricerca del moderno.
Kaat Debo è la popolare e innovatrice direttrice del MoMu, il Museo della Moda di Anversa. Per l’occasione ha collaborato con la regista Marie Schuller.
Il lancio dei film avverrà il 6 novembre 2014 su SHOWstudio, la premiata piattaforma digitale che detta legge in tema di modalità in cui la moda viene presentata via internet. Ha aperto la strada al fashion film ed è forte nel promuovere e incoraggiare la moda ad impegnarsi con l’immagine in movimento nell’era del digitale e, come è giusto che sia, una tale iniziativa espositiva non poteva che essere un suo frutto produttivo.
Ad accompagnare i film, una pubblicazione che contiene i saggi dei curatori e gli interventi di storici dell’architettura, professionisti e critici che esplorano l’incontro e lo scontro tra momenti di modernità nella moda e in altre discipline, disponibile su UAL e-store.
L’installazione di 1914 NOW sarà visitabile fino al 14 dicembre a Spazio Punch. Promotore di quello che promette essere un evento dall’alta portata artistica, Spazio Punch si preoccupa dal 2011 di divulgare arte, moda, editoria, architettura e contemporaneità. In un suggestivo ex magazzino di stoccaggio di liquori e birra, nell’isola della Giudecca, a Venezia, avrà luogo l’incontro significativo tra la storia, il moderno e la moda.