“Posso osservare il mio corpo sezionato senza soffrire. Posso vedere me stessa fino in fondo alle mie viscere, sotto un nuovo punto di vista. Posso vedere il cuore del mio amante. Tesoro, mi piace la tua milza, mi piace il tuo fegato, adoro il pancreas e la linea del tuo femore mi eccita.”
L’arte dell’ “appropriazione” ha caratterizzato gli ultimi decenni del Novecento. Spesso, con finalità sovversive, si è impossessata di opere esistenti e ne ha prodotto delle copie autentiche.
Orlan, artista nata a Saint-Etienne in Francia, ha basato la sua pratica artistica sull’appropriazione di ideali estetici del passato sui quali rimodellare il proprio corpo con interventi di chirurgia plastica.
Dall’inizio degli anni ’90 del Novecento, l’artista francese si è sottoposta a continui interventi di chirurgia per alterare viso e corpo, scegliendo ogni volta, da famosi capolavori dell’arte dal Rinascimento in poi, le fattezze da assumere. Ha voluto ricrearsi la fronte della Gioconda di Leonardo da Vinci e il mento come quello della Venere di Botticelli. L’artista mette in scena le operazioni come installazioni artistiche, performance pubbliche spesso accompagnate da musica, letture di poesie e danze.
Artista poliedrica che spazia dalle performance all’arte urbana, dalle installazioni ai video e alla scultura, Orlan si è fatta portavoce di tutta una corrente artistica che rivendica la necessità di umanizzare il corpo.
Come leggiamo nel suo Manifesto della Carnal Art, a differenza della Body Art, non concepisce il dolore come redentore o fonte di purificazione. L’artista non è interessata al risultato ma al processo di intervento chirurgico, allo spettacolo del corpo modificato che diventa luogo di un dibattito pubblico.
Per saperne di più sui suoi lavori potete fare un giro sul suo sito.