Il fotografo svizzero René Burri, recentemente scomparso, ha documentato per conto dell’agenzia Magnum Photos alcuni tra gli eventi storici più significativi dell’ultimo mezzo secolo. Le sue immagini non sono mai esplicite, crude; piuttosto, catturano una sorta di Zeitgeist, evocando una sospensione e, allo stesso tempo, una sequenzialità quasi cinematografiche. Famoso principalmente per gli scatti in bianco e nero, fra tutti il celebre ritratto di ‘Che’ Guevara, durante i suoi viaggi ha affiancato ad essi anche una ricerca fotografica cromatica.
Nel corso della sua lunga carriera ha avuto a che fare con le più eminenti personalità della cultura internazionale, tra cui diverse emblematiche figure del mondo dell’architettura. Nota è la sua familiarità con Le Corbusier, come lo sono le sue fotografie del progettista e delle sue celebri opere, nonché la serie di scatti che immortalano gli albori della Brasilia di Niemeyer.
Come affermava lo stesso Burri, gli architetti vorrebbero mostrare i propri edifici scevri di qualsiasi interferenza, mentre l’obiettivo del fotografo svizzero era alla costante ricerca di una relazione dialettica, di elementi ‘altri’ da contrapporre alla forme pure dell’architettura.
What I find fantastic is the contrast between people [and architecture].
René Burri
Tra gli anni ’60 e ’70, Burri visita diverse volte, in Messico, Luis Barragán. Da questi incontri nasce un’indagine visuale, guidata da una fascinazione per l’approccio architettonico unico di Barragán. Essa testimonia la sovrapposizione di due visioni, quella fotografica e quella architettonica, entrambe alla ricerca di un senso di contemplazione.
Il maestro del bianco e nero recupera dunque il colore per immortalare i capolavori di colui che del colore si è avvalso come vero e proprio elemento costruttivo. Quel che ci rimane sono delle composizioni, astratte, ma che al contempo catturano una consistenza fortemente materica e a misura d’uomo (o di animale, nel caso del progetto di Los Clubes), in perfetta sintonia con la poetica stessa dell’architetto messicano. Le opere di Barragán, atemporali ma radicate, dal peculiare carattere ‘artigianale’, ambiscono infatti a riconciliarci con la nostra umanità ed elevarci spiritualmente, o meglio, emozionarci.
Creo en una arquitectura emocional. Es muy importante para la especie humana que la arquitectura pueda conmover por su belleza. Si existen distintas soluciones técnicas igualmente válidas para un problema, la que ofrece al usuario un mensaje de belleza y emoción, esa es arquitectura.
Luis Barragán
Con ineffabile destrezza, il maestro messicano intreccia nelle sue architetture le istanze del Movimento Moderno con la tradizione vernacolare del suo Paese d’origine. E, con altrettanta delicatezza, le immagini di Burri ne divulgano le intenzioni, cogliendone l’essenza.