In questo Best Of Artwort ci concentriamo sul difficile rapporto tra uomo e natura, ponendoci non poche domande a riguardo.
Se è vero che l’arte è il riflesso della società e dell’epoca in cui viene prodotta, sarà pur vero che l’artista, quello puro e nobile d’animo, vive con estrema emotività questi stravolgimenti sociali crogiolandosi nella nostalgia di una calma sublime e di una poetica perduta che solo un ambiente puro e incontaminato può offrirgli.
A volte si avverte però il bisogno di prendersi una pausa dalla società, di fare un passo indietro.
Ed ecco quindi che ci si rifugia nella natura, magari per ritrovare un contatto primordiale con la stessa nella fase di creazione delle proprie opere o semplicemente per trovare la concentrazione necessaria.
È il caso di Corey Thomas, un artista che si è rifugiato per una settimana nella natura incontaminata e selvaggia del Parco Nazionale di Croajingalong, in Australia. Immergendosi in totale isolamento, è entrato in sintonia con l’ambiente ed ha dato vita a Spinifex, una scultura naturale ispirata ad una pianta nota non solo per le sue proprietà fitoterapeutiche, ma soprattutto per il suo complesso significato psicologico.
Un fotografo e un artista, a confronto. Dal dialogo tra Pino Pascali e Luigi Ghirri emerge la fascinazione per gli elementi naturali, l’acqua in particolare. Tale sensibilità è legata ad una presa di posizione di Pascali contraria alla modernizzazione massiva avviatasi negli anni Sessanta. Così il mare sconfinato viene rinchiuso in elementi modulari ed il cielo viene catalogato serialmente.
Il progetto (H)EART raccoglie diversi scorci naturali scattati attraverso la piattaforma di Google, Google Earth. Foto satellitari con equilibri dinamici e colori vibranti. La post-produzione fa sì che questi scenari naturali si trasformino talvolta in pattern, altre volte in visioni quasi oniriche. Lo scopo dell’ideatrice, Tiziana Cantatore, è quello di dimostrare come l’avanzata tecnologica contamina e arricchisce tutti i campi professionali e le attitudini del quotidiano.
Natural Act è una collezione di collage in cui l’artista Merve Özaslan fonde foto d’epoca in bianco e nero con elementi naturali a colori. Merve si interroga sul rapporto tra la natura e l’umanità e sul ruolo dell’individuo all’interno della stessa.
In contrapposizione, le opere dell’artista spagnolo Javier Pédez sono intense e si focalizzano essenzialmente su una ricerca interiore più psicologica e viscerale. La sua arte è volutamente macabra, come a rappresentare il rapporto contorto, ma inevitabile, tra uomo e natura. L’artista ci pone, così, di fronte ad interrogativi esistenziali, quali: «L’uomo evolvendosi ha forse perso di vista il ruolo che la natura ricopre nella propria vita? Ha forse dimenticato di essere il frutto della natura stessa?»
Degli interrogativi di Javier Pérez tiene conto anche l’artista ambientalista Jeremy Underwood che va a riprendere temi di fondamentale importanza come l’inquinamento ambientale, Chernobyl e il consumismo. In Human Debris mette in risalto la condizione ambientale dei corsi d’acqua, evidenziando la dannosa abitudine umana di disperdere nell’ambiente un materiale altamente inquinante come la plastica.
Ad avere una visione altrettanto drastica del rapporto catastrofico che ha avuto l’uomo in passato con la natura e con se stesso è il fotografo Nadav Kander. La serie fotografica Dust mostra gli effetti devastanti della prima bomba atomica testata dai sovietici nel 1914 vicino Kurcatov, rendendo quel territorio ormai desolato e, attraverso i suoi occhi, paradossalmente sublime.
Il designer Chiu Chih, dopo aver convissuto con le difficili condizioni di vita in Cina, ha realizzato un provocatorio kit di sopravvivenza per fronteggiare i continui cambiamenti evolutivi del nostro Pianeta. Il progetto si chiama Voyage on the Planet e forza lo spettatore a riflettere su questioni difficili come l’inquinamento ambiente e le condizioni di vita sempre mutevoli.
Ci trasferiamo nell’estremo Sud dell’Italia, precisamente nella nuova smart city Siracusa, dove si sta sviluppando un progetto che, oltre a concentrarsi sul turismo, dà grande importanza al fattore ambientale. Dei sensori, chiamati Smart Box, rilevano costantemente il tasso d’inquinamento e le emissioni di CO2 ed Ozono (O3) in relazione al tempo e alla temperatura ambientale nelle ore di punta. Le informazioni sono inviate ai totem interattivi in giro per la città, consultabili andando nella sezione Ambiente.
I designer Kyuho Song e Boa Oh hanno invece rivolto i loro sforzi verso la ricerca di soluzioni intelligenti per un futuro a basso impatto ambientale se non pressoché inesistente, con Window Socket. I due stanno realizzando un dispositivo che permetta di sfruttare l’energia solare ed usarla come una normale presa di corrente.