Titolo singolare ma abbastanza esemplificativo di quella che è stata la nuova collezione P/E 2015 di Junya Watanabe presentata lo scorso settembre a Parigi.
Conferma sicuramente il suo talento e il suo genio Mr Watanabe che, dopo aver appreso l’arte della sartoria e della concettualità da colei che tutto muove e tutto può, Rei Kawakubo, continua a stupire per innovazione, artigianalità ed esagerazione.
Come Picasso vedrebbe un manga, gli abiti dalle forme assurde e strepitose rimandano subito ad un concezione carnevalesca o ad un visione tipica del mondo manga, reinterpretata in chiave cubista.
Quello che appare chiaro e distinguibile è sicuramente la scenicità. I riferimenti artistici riconducono a Picasso e per certi versi a Kandinsky per colori e geometrie che si intersecano tra di loro. Una teoria del colore del tutto astratta che ragiona principalmente per colori primari, forme spaziali o di ispirazione 60′, un ritorno alla moda che è andata oppure una proiezione astrale in uno spazio-tempo futuribile?
Qualunque sia la risposta, la collezione ha impressionato il mondo della moda ma anche del comics.
Ma la P/E di Junya Watanebe si presta a tante differenti interpretazioni che variano al variare delle decorazioni. Si passa dal manga ad abiti strutturati con grandi cerchi, quasi delle nebulose attorno alle quali gravitano i pianeti costituiti da pezzi di cuoio o vinile colorati, caschi spaziali cingono il capo delle modelle. Al tempo stesso i tubini diventano iper lavorati e sartoriali con origami di avanguardia.
Pezzi estremamente elaborati a metà tra l’opera d’arte e il fumetto, donne del futuro o divertenti alieni sbucati fuori da un qualche cratere lunare?
Ogni stagione si compie la magia e, da qualunque pianeta vengano queste creazioni, non possiamo fare altro che lasciarci meravigliare.