Sexy, è una parola non sempre comune agli spettacoli di Yohji Yamamoto, ma questa volta non c’è appellativo più indicato per una collezione così sensuale, intima e sbarazzina.
È la conclusione che si trae dalla sua P/E 2015 con le sete spogliate che strisciano contro la pelle nuda e leggermente infreddolita dal brivido del lusso.
Si riempiono di un sensuale tango le lunghe sale del Musée de l’Orangerie, dove sfilano gli abiti che sospirano oltre il suono della musica.
Donne in intimo raccoglimento – il dire che questa danza è espressione verticale di un desiderio orizzontale è senza dubbio rappresentato dalla colonna sonora.
È il senso di una donna che annulla in modo sensuale la sensualità stessa, ossimori e controsensi che si esprimono come non mai nella pelle in vista, che quasi mai era stata mostrata prima delle opere del Maestro.
Yamamoto reinterpreta tute da lavoro e maglie stracciate, stravolge il senso di ogni capo facendolo rinascere con un nuovo significato.
Strati di tessuto sono tenuti assieme da sottilissime cinghie-cintura in bianco e nero, paillettes dorate vestono il dietro ed ornamenti penzolanti arricchiscono la schiena e rivelano la preziosità del tessuto sul lato posteriore di ogni abito, i top vengono annullati e fermati perfettamente su una spalla svelando la sensualità della pelle nuda.
“I challenged what is sexy for me” ha detto Yamamoto dopo lo show. Non è certo la prima volta che una sua intera collezione si concentra sui tessuti, ma per questa primavera-estate l’attenzione è tutta volta agli effetti che questi creano. “All exquisitely refined and made in Japan” ha aggiunto.