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Artwort Arte Scrivi in mutande o guardando le vacche, basta che lo fai
  • Arte

Scrivi in mutande o guardando le vacche, basta che lo fai

  • 12 Gennaio 2015
  • Il Dottore

Potete immaginare l’esistenza di un ragazzo che non poteva mangiare sino a quando non avesse calcolato il volume cubico del suo cibo, ed una donna che trovava ispirazione nella scrittura guardando mucche, così da sedere davanti ad un campo da pascolo per giorni? Un altro invece passava molto tempo in pubblico con altre persone ma talvolta metteva gli ospiti a disagio quando passava da uno stato di completo silenzio ad uno di profonda contemplazione. E credeteci o meno, un uomo in abiti eleganti, in un ascensore con uomini d’affari uscendo dal lavoro anziché andare con loro correva nel seminterrato del palazzo, si spogliava e scriveva in mutande.

Il lettore penserà che una visita da uno psicologo a queste persone potrebbe non far male, ma d’altra parte se sapesse che questi aneddoti sono riferiti rispettivamente a Nikola Tesla, Gertrude Stein, Sigmund Freud e John Cheever, magari cambierebbe idea. Dopo tutto, i contributi che questi individui hanno dato al mondo intero sono enormi, pertanto cosa cambia se uno era antisociale quando assorbito nei suoi pensieri ed un altro scriveva in mutande?

Mason Currey in “Daily Rituals: how artists work” ha catalogato le vite di centinaia di artisti, scienziati, scrittori, compositori ed altre menti creative.

È affascinante guardare nelle loro routine giornaliere e scoprire come trovassero tempo per lavori estremamente creativi mentre erano assorbiti dalle quotidiane distrazioni. Sebbene sembra contradditorio associare creatività e routine, uno dei messaggi più intriganti del libro è che ogni individuo approccia il proprio lavoro nella sua maniera. Certo, ci sono alcuni temi ricorrenti, ma “Daily Rituals” parla della libertà dell’individuo di fare ciò che funziona meglio per sé stesso. Si, alcuni di questi avevano delle maniere eccentriche, ma come detto prima, cosa importa?

Andy Warhol, Glenn Gould e Frank Lloyd Wright hanno dato enormi contributi al mondo intero ed approcciavano i propri processi creativi in un modo che funzionasse per sé stessi.

Se da una parte non c’è modo di raggiungere certe latitudini per coloro che hanno già sperimentato qualcosa che funzionasse per se stessi, cosa possono fare le menti creative che ancora non hanno sviluppato i propri processi? E i bambini? Daily Rituals mostra che la capacità di creare è individuale anche nel fatto che alcuni hanno una routine, altri invece no. La creatività è un processo naturale e le persone devono trovare qualcosa nel quale identificarsi. Alcuni sono eccentrici ed apprendono nella maniera a loro congeniale, dal prendere molte pause sino al sogno ad occhi aperti, o camminare, oppure, come Stravinsky, stare con la testa in giù per schiarirsi le idee. Se qualcuno avesse detto a Stravinsky di smettere di stare capovolto o gli avesse diagnosticato qualcosa, oggi avremmo “The Rite of Spring” o “The Firebird”?

In questi giorni, quando guardiamo bambini lontani da ciò che noi consideriamo normale, spesso pensiamo che necessitino aiuto, anche se il bambino non ha contatto visivo, è seduto dietro la sua scrivania in un momento di calma, fissa il soffitto mentre la lezione è in corso o non vuole giocare a calcio dopo scuola perché preferisce stare a casa con un libro.

Abbiamo sviluppato una tale mentalità della correzione per i bambini che chiediamo ad essi di essere alla stessa pagina del libro di matematica allo stesso momento, senza che ci interessi cosa imparano, perché hanno bisogno di essere in regola per raggiungere il successo.

E se invece di rispondere alla domanda “Come posso curare questo bambino?” ci chiedessimo “Cosa alleggerisce questo bambino per consentirgli di fare al meglio il proprio lavoro?”

Pertanto come il noto educatore britannico Sir Ken Robinson disse:

We all have distinctive talents and passions that can inspire us to achieve far more than we may imagine.  Understanding this changes everything.

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