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Internoitaliano©
Artwort Design Giulio Iacchetti – Due anni di Internoitaliano
  • Design

Giulio Iacchetti – Due anni di Internoitaliano

  • 6 Febbraio 2015
  • Vincenzo Pellegrino

Fresco di doppietta al XXIII Compasso d’oro ADI con Sfera progettata con l’amico di premi Matteo Ragni per Montini, Giulio Iacchetti sta per bissare un secondo traguardo, ossia la nascita della sua creatura più ambiziosa e genuina: Internoitaliano.

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Internoitaliano nasce sia da una concreta esigenza, come Stefano Micelli sostiene in “Futuro artigiano”, già alla terza ri-stampa, che dalla volontà di dare forma alla cultura dell’abitare, da anni priva di attori capaci di interpretare lo scenario domestico italiano.

Giulio Iacchetti – Internoitaliano – Spazio ASAP

Così, Internoitaliano si fa portavoce di italianità attraverso materiali coerenti e quelli che un tempo erano considerati terzisti, ma che, a pari merito, sono l’effettivo successo del modello di fabbrica diffusa. Una realtà, quella del nostro Paese, in cui il saper fare continua a rappresentare un ingrediente essenziale di qualità e di innovazione. La competenza artigianale e la capacità unica di trasformare la materia vengono riconosciute e celebrate attraverso la firma dell’artigiano come coautore dell’elemento della collezione da lui realizzato. Viene così meno l’autoreferenzialità del design, riassestando l’equilibrio tra oggetto, produttore e acquirente.

Una diffusa semplicità coadiuvata dalla sapienza costruttiva che solo le botteghe artigiane sanno esprimere. Ciò è reso possibile dalla sostituzione del modello comune di distribuzione (agenti-distributori-rivenditori-negozi) in favore di una produzione “on demand”, dove un oggetto vede la luce solo dall’effettiva volontà di un compratore di accoglierlo nella propria dimora.

Il manifesto di Internoitaliano recita:

“Internoitaliano ha un cuore pulsante costituito da un tessuto produttivo fatto di una rete di laboratori artigiani e aziende manifatturiere che incarnano l’eccellenza della capacità italiana di creare manufatti di altissima qualità. Internoitaliano è perciò una fabbrica diffusa.
Gli oggetti di Internoitaliano godono di uno status particolare, sono oggetti felici, nati cioè da un’azione paritetica di un designer che li ha progettati e di un artigiano che li ha realizzati con passione.
Ogni oggetto è in sé autonomo e versatile e può diventare parte di uno scenario complessivo che si potrà comporre in modo graduale nel tempo investendo i principali ambienti della casa.
I nomi propri scelti a denominare gli oggetti di Internoitaliano sono un omaggio a cittadine e paesi appartenenti a un’Italia minore, mai celebrata, ma altrettanto reale e rappresentativa di una soffusa e autentica identità nazionale”.

Internoitaliano - Idro
Innaffiatoio in metallo piegato e saldato con una delle tecniche artigiane più antiche espresse dalla figura dello stagnino. Idro è disegnato per essere un oggetto “verde” in tutti i suoi aspetti: funzione, realizzazione, forma. Completamente fatto a mano, Idro ha infatti una svasatura nella parte superiore, utile alla raccolta dell’acqua piovana.
Internoitaliano- Leno
Fulcro del progetto è l’elemento di appenderia che riprende fortemente l’iconografia del manico d’ombrello. I manici rivolti verso il basso formano un doppio gancio: la curva superiore su cui appoggiare giacche, soprabiti e cappelli, quella inferiore su cui appendere borse o sciarpe.
Internoitaliano - Bard
Un piccolo imbottito nato come omaggio alla città di Milano. Forma e texture riprendono, infatti, quelle del dissuasore della sosta in cemento a forma di “panettone”. L’allusione è ironicamente giocata sul tema della comodità: un oggetto per antonomasia scomodo e respingente diventa morbido e, quindi, attraente.
Internoitaliano - Affi
Sgabello in legno massello assemblato mediante semplici incastri. Il dettaglio dell’inserzione tra seduta e gambe risulta esaltato dalle tonalità differenti di legno. Infine, il gioco di sovrapposizione delle gambe suggerisce l’abilità di lavorazione artigiana conferendo al contempo la dovuta solidità strutturale alla seduta.
Internoitaliano - Mori
Da sempre presente nell’arredo canonico delle camere da letto, ritorna il servomuto reinterpretato secondo gli stilemi di internoitaliano. Complemento utile a riporre ordinatamente gli abiti smessi, un tempo solo maschili, ritorna in auge riadattandosi alla nostra quotidianità. Una gruccia e più elementi orizzontali, oltre che disegnare un oggetto iconico, fungono da appoggi multipli in grado di differenziare la tipologia degli indumenti riposti. Struttura in noce o faggio massello.
Internoitaliano - Cevo
Fulcro del progetto è l’elemento di appenderia che riprende fortemente l’iconografia del manico d’ombrello. I manici rivolti verso il basso formano un doppio gancio: la curva superiore su cui appoggiare giacche, soprabiti e cappelli, quella inferiore su cui appendere borse o sciarpe.

Parte integrante della virtuosità di cui Internoitaliano si fa promotore è il contributo fotografico di Max Rommel ed il progetto di identità visiva di Leonardo Sonnoli che ha sviluppato il concetto di italianità a partire dalla veste grafica del sito (in cui gli oggetti galleggiano in uno spazio assoluto, quasi metafisico, descritto da assi cartesiani accompagnati da simboli come le carte da briscola, i centrini della nonna, i cartelli delle carrozze dei treni e così via).

Ecco un’anteprima dell’intervista concessa in esclusiva per Artwort che potrete leggere in versione integrale sul primo numero della nostra rivista in uscita a gennaio 2015.

Se dovessi, di tuo pugno, scrivere un decalogo per le nuove generazioni di progettisti, cosa suggeriresti?
Di fare solo le cose che veramente ti interessano e che ti portano soddisfazioni, prive di tutte quelle sollecitazioni e tensioni, come laurearsi con il massimo dei voti, essere programmati per vincere, bruciare le tappe. L’augurio è di cercare di tenere sempre molto alta l’attenzione su quelle che sono le nostre pulsioni e le nostre esigenze reali, su quello che davvero dà un senso alla nostra giornata e che ci rende felici. Bisogna sdoganare la parola “felicità”. Si usa sempre con molta parsimonia come se fosse qualcosa di cui avere quasi vergogna quando invece, dovrebbe essere la nostra prima aspirazione.

Con quale augurio spegnerete la seconda candelina di Internoitaliano?
L’augurio è di avere più domande che risposte, più dubbi che certezze, cercare di mantenere sempre questa affezione verso il mondo della produzione artigiana, di incontrare gente di buona volontà come spesso accade con Internoitaliano e poi, un obiettivo molto più modesto, rendere migliore il nostro mondo occupandoci con passione di ciò che sappiamo, sicuri che questo progetto, essendo permeato da valori autentici e sinceri, porterà soddisfazione per tutti.

Freshly awarded his second Golden Compass ADI-XXIII edition for the project Sfera, which he designed together with his award-winning companion Matteo Ragni for Montini, Giulio Iacchetti is about to score yet another hit with his most ambitious and genuine creation: Internoitaliano.

Internoitaliano is the conflation of both a real necessity, as Stefano Micelli argues in “Futuro artigiano“ -the book is already at the third reprinting-, and the will to give shape to the dwelling culture, that has been neglected for years with no one capable of interpreting the Italian domestic scenario.

Giulio Iacchetti – Internoitaliano – Spazio ASAP

Thus, Internoitaliano becomes a representative expression of Italianity, thanks to coherent materials and to those who were once considered outside contractors but that are in fact what made the diffused factory model successful.
It is a reality, in our country, that the know-how still constitutes an essential ingredient for quality and innovation. Craftsmanship and the exceptional ability to transform matter are acknowledged and celebrated by attributing the co-authorship of the collection piece to the artisan who made it. The self-referentiality of the design is therefore overcome, and the balance between object, producer and buyer is regained.

The result is a diffused simplicity, aided by the construction wisdom that only workshops can convey. This is made possible by the replacement of the ordinary distribution system (agent-distributor-retailer-shops), in favor of a production on demand, where an object comes to be only because of the actual will of a buyer to receive it in his own home.

The manifesto of Internoitaliano states:

“Internoitaliano has a heart made of a productive structure, which is composed of a network of workshops and manufacturing companies that embody the excellence of the Italian ability in creating artifacts of the highest quality. Internoitaliano is therefore a diffused factory.
The objects of Internoitaliano enjoy a special status, they are happy objects, that is they are born from the combined action of a designer, who has conceived them, and a craftsman, who has assembled them with passion.
Each object in itself is autonomous and versatile, and can become part of an overall scenario, that could expand gradually in time throughout the main rooms of the house. Proper names chosen to label Internoitaliano’s objects are a tribute to towns and villages belonging to a less known Italy, which is never celebrated, but it is just as real and representative of a suffused and authentic national identity.”

Internoitaliano - Idro
Innaffiatoio in metallo piegato e saldato con una delle tecniche artigiane più antiche espresse dalla figura dello stagnino. Idro è disegnato per essere un oggetto “verde” in tutti i suoi aspetti: funzione, realizzazione, forma. Completamente fatto a mano, Idro ha infatti una svasatura nella parte superiore, utile alla raccolta dell’acqua piovana.
Internoitaliano- Leno
Fulcro del progetto è l’elemento di appenderia che riprende fortemente l’iconografia del manico d’ombrello. I manici rivolti verso il basso formano un doppio gancio: la curva superiore su cui appoggiare giacche, soprabiti e cappelli, quella inferiore su cui appendere borse o sciarpe.
Internoitaliano - Bard
Un piccolo imbottito nato come omaggio alla città di Milano. Forma e texture riprendono, infatti, quelle del dissuasore della sosta in cemento a forma di “panettone”. L’allusione è ironicamente giocata sul tema della comodità: un oggetto per antonomasia scomodo e respingente diventa morbido e, quindi, attraente.
Internoitaliano - Affi
Sgabello in legno massello assemblato mediante semplici incastri. Il dettaglio dell’inserzione tra seduta e gambe risulta esaltato dalle tonalità differenti di legno. Infine, il gioco di sovrapposizione delle gambe suggerisce l’abilità di lavorazione artigiana conferendo al contempo la dovuta solidità strutturale alla seduta.
Internoitaliano - Mori
Da sempre presente nell’arredo canonico delle camere da letto, ritorna il servomuto reinterpretato secondo gli stilemi di internoitaliano. Complemento utile a riporre ordinatamente gli abiti smessi, un tempo solo maschili, ritorna in auge riadattandosi alla nostra quotidianità. Una gruccia e più elementi orizzontali, oltre che disegnare un oggetto iconico, fungono da appoggi multipli in grado di differenziare la tipologia degli indumenti riposti. Struttura in noce o faggio massello.
Internoitaliano - Cevo
Fulcro del progetto è l’elemento di appenderia che riprende fortemente l’iconografia del manico d’ombrello. I manici rivolti verso il basso formano un doppio gancio: la curva superiore su cui appoggiare giacche, soprabiti e cappelli, quella inferiore su cui appendere borse o sciarpe.

Integral parts of the virtuosity promoted by Internoitaliano are the photographic contribution of Max Rommel, and also the visual identity project of Leonardo Sonnoli, who developed the concept of Italianity starting from the website design (where objects float in an absolute, almost metaphysical space, defined by Cartesian axes together with symbols such as briscola cards, grandma’s doilies, train cars signs and so on).

If you were to write a set of guidelines for the new generation of designers, what would your suggestions be?
To do only the things that really interest you and that bring you satisfaction, without all the stress and tensions, like graduating with honors, being programmed to win, moving ahead too quickly. The hope is to try to keep a high awareness of our instincts and real needs, to what really gives meaning to our day, and makes us happy. We have to rehabilitate the word “happiness”. It is always used sparingly as if it were something to be almost ashamed of, when instead it should be our first aim.

With what wishes will you blow out the second-year candle of Internoitaliano?
My hope is to have more questions than answers, more doubts than certainties, to try to preserve this affection towards the world of artisan production, to meet people of good will as it often happens with Internoitaliano, and then, a much more modest aim, which is to make our world better by doing with passion what we know how to do. We are sure that this project, being permeated by authentic and sincere values, will bring satisfaction to everybody.

Translation: Federica Zatta

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Vincenzo Pellegrino

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