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Afterimage
Artwort Arte L’immagine che fa impazzire il cervello
  • Arte

L’immagine che fa impazzire il cervello

  • 9 Febbraio 2015
  • Il Dottore

Il cervello è strano. A volte stimoli di portata gigantesca sono capaci di determinare reazioni di terrore in altre specie (vedi per esempio alcune bande sonore) ma non nell’uomo.

Il cervello è strano. A volte immagini o musiche insistenti possono restare impresse per una vita, tormentarci e persino causarci crisi epilettiche.

Esperimento recente, diventato virale su internet è stato quello relativo alla cosidetta “tripofobia”, con i pochi studi a carico di Arnold Wilkins e Geoff Cole e quest’immagine che ha scatenato un po’ in tutti sensazioni di repulsione, paura e spesso disagio prolungato.

Tripofobia
Tripofobia

Ciò che però è qui riportato è d’impatto ancor maggiore. Si chiama McCollough Effect ed è un fenomeno di percezione visiva nel quale strisce incolori appaiono colorate per un “contingent aftereffect” secondo l’orientamento della griglia. Pertanto, se si guarda ad una griglia rossa orizzontale ed una verde verticale per qualche minuto, una griglia bianconera orizzonale apparirà verde ed una bianconera verticale apparirà rosa. L’effetto è rimarcabile per un’ora o più, ed in alcuni casi, stando all’esperienza di Jones e Holding del 1975, dopo un’esposizione prolungata di 15 minuti alle griglie, l’effetto può far durare sino a tre mesi e mezzo.

McCollough Effect
McCollough Effect
McCollough Effect
McCollough Effect
McCollough Effect
McCollough Effect

I risultati ovviamente sono diversi da una “afterimage“, cioè l’immagine che ci sembra di percepire nel nostro campo visivo dopo una lunga somministrazione. Se si guarda a questa immagine per 20/60 secondi e quindi si guarda ad un oggetto bianco, un’afterimage negativa apparirà (in questo caso ciano su magenta). Si può ottenere lo stesso effetto chiudendo gli occhi e inclinando la testa all’insù.

Afterimage
Afterimage

 

Ma tornando al McCollough effect, sono centinaia gli articoli scientifici che hanno tentato di dare una spiegazione. Sono tre le possibili interpretazioni:

– l’effetto indica l’adattamento al colore da parte dei neuroni sensitivi nelle regioni monoculari della visual cortex;
– una spiegazione funzionale troverebbe luogo nell’ “error-correcting device” (ECD) dove il proposito da parte del cervello sarebbe di mantenere un’accurata rappresentazione interna del mondo esterno. Consisenti abbinamenti di colori e linee orientate non sono presenti in ambienti naturali e per correggere un difetto patologico, un ECD dovrebbe aggiustare i neuroni in un punto neutrale in adattamento al colore contingente;
– una terza spiegazione sarebbe invece data dal classico condizionamento della regolazione omeostatica.

Il McCollough effect è stato anche spiegato con gli stessi meccanismi farmacologici dei sintomi d’astinenza (withdrawal symptoms): in tal caso l’adattamento farmacologico (tolleranza) è dato in presenza della droga e l’astinenza in assenza della droga, l’adattamento cromatico è dato in presenza del colore ed il McCollough effect in assenza del colore.

Spiegazioni neurofisiologiche dell’effetto hanno, in maniera variabile, puntualizzato l’adattamento delle cellule nel nucleo genicolato laterale, che, deputate alla correzione dell’aberrazione cromatica dell’occhio ed all’adattamento delle cellule nella visual cortex sono insieme responsive al colore ed all’orientamento come le aree monoculari di aree corticali, per processarsi con alti centri cerebrali destinati all’apprendimento e alla memoria.

 

Ancora oggi è aperto il dibattito. Tuttavia potete sempre prenderne parte diventando vittima dell’immagine che fa impazzire il cervello.

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