Karla Marie Bentzen è un’artista classe ’83 nata in Danimarca, con base a Berlino, e con alle spalle già numerose esposizioni in giro per L’Europa. La sua arte è un viaggio tra figurativismo e astrattismo, personaggi di un mondo assurdo, giochi visivi, figure umane scure in connessione tra loro. Siamo andati a trovarla nel suo studio a Kreuzberg, dove ci ha raccontato con passione la sua storia.
Chi è Karla Marie Bentzen? Raccontaci del tuo percorso professionale.
Disegno da quando sono bambina, anche mia madre è un’artista e mi ha sempre incoraggiato a disegnare e creare. A vent’anni ho provato ad entrare in una scuola d’arte senza però essere accettata. Così sono andata in Spagna a studiare danza, ma ho continuato a disegnare e con il tempo è diventato chiaro che era l’unica cosa che volevo realmente fare. Adesso sono contenta di non avere una formazione artistica classica, penso che questa cosa mi abbia reso più forte e determinata nel mio lavoro.
Non mi importa delle circostanze, se avrò o meno dei riconoscimenti, questo è ciò che farò per sempre.
Quali influenze hanno portato il tuo stile ad essere quello attuale?
Traggo molta ispirazione specialmente da amici e altri artisti. Ma essenzialmente credo che siano anche tutte le mie paure e i colpi che subisco nella vita, penso siano davvero una grande fonte di ispirazione e motivazione a disegnare. In un certo modo il mio stile si muove in due direzioni, una molto figurativa e l’altra più astratta fatta di patterns. Spero di riuscire a combinarle sempre di più in futuro.
Come descriveresti il tuo approccio all’arte?
Per me l’arte è un posto in cui rifugiarmi, dove decido io le regole. Questo posto significa molto per me, se non lavoro per un po’ divento molto irrequieta.
Funziona anche come meditazione, specialmente quando disegno petterns che mi aiutano a mettere ordine nella confusione della mia mente. È anche per questo che sto lavorando ad un mandala coloring book per adulti. Penso che l’arte abbia un grande potere curativo e spero che sempre più persone possano trarne beneficio.
Tecnicamente parlando, quali sono gli step che segui per arrivare ad un dipinto completo?Beh credo che tutto inizi nella mia testa che è sempre piena di immagini, per poi passare sul mio sketchbook pieno di scarabocchi. Lavoro soprattutto su carta usando solo una penna e un guazzo. Non ci sono poi così tanti step, io in realtà dipingo soltanto.
A volte lo faccio direttamente, altre volte invece, se è un disegno più complicato con patterns intricati, pianifico prima tutto per bene. Mi piace lavorare a mano, non coloro o modifico i miei lavori al computer.
Cosa ami fare nel tuo tempo libero?
Ballare flamenco e fare giardinaggio.
Qual è il tuo posto preferito sul pianeta?
Beh non ho un posto preferito in particolare. Mi piacciono molti posti, ma se ne dovessi scegliere uno sarebbe Berlino. C’è una ragione se ho scelto di viverci.
Mostre o nuovi progetti in arrivo?
Sto lavorando a due grandi progetti al momento, entrambi in collaborazione con altri artisti.
Il primo sarà una mostra a Parigi a inizio aprile, insieme a Hector Olguin, un fotografo cileno. L’altro progetto di cui sono molto entusiasta si chiama “Crime of Passion” ed è basato su una collaborazione con la pasticciera berlinese Lucy Locket. Sarà un’esibizione commestibile basata su racconti infami di lussuria, tradimenti e pura rabbia.