“L’imperfezione è insita in tutto ciò che sappiamo della vita […] bandire l’imperfezione significa distruggere l’espressività, reprimere lo sforzo, paralizzare la vita”
scrisse J. Ruskin osservati gli esiti della Rivoluzione Industriale; la bellezza è una questione di emancipazione sociale.
Fashion designer, sperimentatrice e blogger patologicamente curiosa, Gaia Segattini oggi ha fatto dell’imperfezione del fattoamano e del sostegno alla libera espressione di ogni individuo i suoi più agguerriti cavalli di battaglia.
“Il lavoro a maglia era lo yoga delle nostre nonne” afferma mentre agguanta l’uncinetto dalla borsa ed Ugo hat inizia a prendere forma.
Gaia, attraverso il recupero non convenzionale di tecniche tradizionali, rivendica l’essenza sociale della bellezza ed il girl power.
“Girl neanche poi troppo” ci svela, perché tanti furono gli uomini nella storia che si cimentarono nel lavoro a maglia. “Avete mai sentito parlare dei pescatori delle Isole Shetland? Realizzavano a mano i loro abiti al fine, in base ai diversi punti utilizzati, di essere riconoscibili perfino da dispersi”.
Gaia Segattini aka Vendetta Uncinetta è ormai da diversi anni il punto di riferimento lampante della scena handmade italiana ed il suo operato spazia con fare ironico, giocoso ed arguto dal dressing all’home decor.
Il suo pensiero cerca continuamente di sviscerare il “dietro le quinte” della nuova ondata artigianale partita dall’America negli anni 90: “The handmade revenge”, lo spirito sovversivo e dirompente del craft che Gaia imperterrita illustra durante i suoi workshop e le sue lezioni in giro per l’Italia.
Una vera e propria “rivoluzione nella lana” è quella a cui la cooperazione tra il knit-design di Gaia Segattini e le nuove linee di filati della francese DMC ha dato avvio: sei oggetti dotati di sarcasmo, spiritosi ed irriverenti hanno celebrato il rinascimento di tricot e crochet per tempi sempre più esigenti e veloci.
Tra questi Tender è una nuvola pop da appendere in casa realizzata con il filato Goa, Ugly Bird una pochette da creare in tre ore che consacra la voglia di apparire e mettersi in mostra, Sweet Studs sono autoironiche borchie metal chic.
“Durante il Salone del Mobile del 2013” ci racconta Gaia, “ho partecipato al progetto PLAY THE CHANGE, una giornata di brainstorming e di laboratorio in cui creare complementi d’arredo per l’appartamento LAGO di Brera, Milano.
L’obiettivo? Mettere in relazione le tecniche tradizionali e l’operato dei nuovi markers mostrando il continuum spazio-temporale della creatività!”
Oggi gli oggetti esposti e creati durante la Milano Design Week finalmente entreranno in produzione e con essi il filato sperimentale a cui Gaia ha dato vita decorando con il punto croce il telaio di una sedia a dondolo, avvolgendo con della soffice lana alcune sedute, fermando a punto smock un centrotavola tubolare.
Oggetti iconici, vivaci, oversize esprimono il pensiero di Gaia Segattini, instancabile sostenitrice del riuso e riciclo creativo come atti necessari al risveglio di menti troppo pacate.
Stanca che gli oggetti le si scagliano contro, annoiata dalla loro banale serialità, infastidita dallo scarto che sempre più allontana cose ed individui, Gaia Segattini ha come missione quella di ricondurre l’uomo a far pace con la propria manualità, sottolineando come il divertimento risieda nel processo del fare e non nel possesso cieco e senza scopo.
“Il mio bisogno è quello di collegare l’oggetto all’interno del mondo” afferma; “attraverso il design ho cercato di dare soddisfazione anche a questa necessità che ho riscontrato essere condivisa.”
Una prospettiva nuova, prima di tutto ironica e colorata, quindi freschissima e frizzante quella attraverso cui Gaia sovverte la realtà e porta alla luce il bollore d’animi e di intenti che già agitava il panorama underground.
Gaia ha da poco pubblicato il suo primo libro “Rinnova il tuo Guardaroba”, Gribaudo Editore, in cui mostra tecniche semplici ed economiche per rendere originali vecchi capi d’abbigliamento.
Il linguaggio effervescente ed il tono vivace degli scatti fotografici dimostrano l’importanza che la fashion designer dà alla comunicazione; un nuovo libro che racconta l’arte dell’uncinetto è già in cantiere.