Ancora una volta ci troviamo a parlare di fotografie che hanno lo scopo ultimo di raccontare storie che altrimenti resterebbero non dette e volti che altrimenti rimarrebbero anonimi. Dopo Ettore Moni, parliamo di Coco Neuville e del suo viaggio fotografico tra le 130 minoranze etniche presenti in Myanmar.
Essendo Neuville soprattutto una fotografa di moda, anche in questo speciale progetto riesce a trasportare la sua naturale inclinazione lavorativa interessandosi dell’abbigliamento di queste tribù ─ dato ritenuto e riconosciuto come parte intricata della loro identità culturale. Abbiamo quindi una fusione tra il genere del reportage e quello documentaristico.
Volevo registrare la drammatica situazione sociale e politica del Paese, usando il mio background professionale per esplorare l’antico legame tra le donne ed i loro vestiti.
Neuville ha trascorso così diversi mesi in giro per il Paese incontrando la tribù Chin ─ caratterizzata da donne con tatuaggi sul volto; quella Ann caratterizzata da donne con i denti tinti di nero oppure la tribù Paos ─ dove le donne indossano delle vesti con dei draghi raffigurati. Il significato nascosto nel modo di vestire va oltre la tradizione folkloristica, si tratta di un’espressione duratura del loro patrimonio culturale e della loro identità.
Un rapporto quindi molto forte e ─ forse ─ più pronunciato di quanto non lo sia in Occidente e che emerge da questi scatti vivi, portatori di storie talmente forti che quasi vengono fuori dagli stessi ed investono l’osservatore rendendolo partecipe di qualcosa che lotta per non scomparire.