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Lucio Fontana, L'attesa, Il telefono rotto, 1959-66
Artwort News Nel blu (han) dipinto di blu, da Yves Klein fino ai nostri giorni
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Nel blu (han) dipinto di blu, da Yves Klein fino ai nostri giorni

  • 3 Giugno 2015
  • Dalia Maini

Quando si pensa ad Yves Klein, la prima cosa che immaginiamo sono distese di blu, un blu profondo, vellutato, sgargiante e deciso, che ti resta impresso negli occhi e che ricopre tutto. Dal 27 giugno al 25 ottobre 2015, il MACA, Museo Arte Contemporanea Acri ospiterà la mostra-tributo “Nel blu (han) dipinto di blu da Yves Klein fino ai nostri giorni. Il critico e storico d’arte Francesco Poli, nonché curatore, ha deciso di allestire la mostra partendo dallo studio dei monochromes dell’artista francese per poi affiancarli ad opere di artisti a lui contemporanei e successivi su cui ha avuto influenza.

In questa rassegna, il fil rouge, o meglio fil blue si interseca con l’idea che il colore sia propulsore di emozioni e racchiuda in sé una forte carica espressiva e concettuale. Il curatore infatti definisce il blu come “unico mezzo artistico adatto a rappresentare ciò che è fisicamente invisibile” aggiungendo che da esso scaturisce un “intenso poema, un vero e proprio documentario in cui l’interiorità dell’artista è resa visibile”.

Klein, inventore nel 1956 dell’International Klein Blue da lui stesso definito come la perfetta espressione di questo colore, è riuscito pienamente a declinarne le diverse sfumature a suo piacimento, a seconda dei fini e dei mezzi a disposizione, rendendolo carico di un magnetismo empatico che rende impossibile distogliere lo sguardo.
Il blu, d’altronde, rimanda immediatamente sia al cielo che al mare, due entità che hanno in sé il concetto di infinito e di ignoto. Poli sostiene che il colore rimandi “all’infinito alla spiritualità, al mare Mediterraneo, antico ventre, laboratorio di profonda storia e cultura, luogo sentimentale e mentale insieme,della percezione del mito, di quella che fu la Magna Grecia”. Proprio in riferimento agli ellenici, la mostra ospiterà anche un’opera di Klein raffigurante la Nike di Samotracia, completamente turchina, ma non solo, tra le circa cinquanta opere figureranno nomi di artisti di fama internazionale quali Daniel Spoerri, Pierre Alechinsky, César, Victor Vasarely, Hans Hartung e Lucio Fontana che nel corso del tempo hanno influenzato in modo significativo il pensiero di artisti come Mimmo Paladino, Mario Schifano, Mimmo Rotella e Jan Fabre, fino ad interpretazioni estremamente attualizzate del blu totale come quelle del Cracking Art Group e di Giuseppe Lo Schiavo.

La mostra, promossa dall’associazione Oesum Led Icima e realizzata in collaborazione con De Arte-progetti e servizi per l’arte, rappresenta un evento imperdibile, una vera e propria scatola delle gioie contenente le bellezze artistiche create negli ultimi cinquant’anni, un’immersione nel blu, in una raffinata ricerca sul popolare, sulla cultura a esso affine e sulla musica – come suggerisce scherzosamente il titolo – in una commistione inusuale e sorprendente.

Giuseppe Lo Schiavo, Narcissus, 2012, fotografia anamorfica
Giuseppe Lo Schiavo, Narcissus, 2012, fotografia anamorfica
Lucio Fontana, L'attesa, Il telefono rotto, 1959-66
Lucio Fontana, L’attesa, Il telefono rotto, 1959-66
Mario Schifano, Mare, 1978, smalti e collage su carta povera, cm 100 x 100
Mario Schifano, Mare, 1978, smalti e collage su carta povera, cm 100 x 100
Yves Klein, Victoire de Samothrace, 1962
Yves Klein, Victoire de Samothrace, 1962

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Dalia Maini

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