La ricerca musicale di Caterina Barbieri è rivolta allo strato sotterraneo delle strutture fondamentali della realtà, in un modo dinamico e penetrante di cui solo la musica è capace.
Come è chiaro sin dal titolo dell’ultimo progetto, Vertical, la sua poetica è attraversata da una forte tensione ascensionale. Una tensione che non si dispiega in maniera lineare, ma incontra delle resistenze che permettono di accumulare progressivamente un carico sempre maggiore di complessità. Undular, la traccia iniziale di Vertical, è il primo elemento con cui questa tensione verso l’alto deve scontrarsi dialetticamente. Undular, tracciando l’andamento del percorso musicale di Caterina Barbieri, ne fa assumere la forma di una spirale. Il movimento spiralico è quello proprio della progressione biologica, che avanza e si evolve autopotenziandosi, trovando la spinta necessaria a proseguire nel suo oscillare continuamente tra il punto di partenza e quello da raggiungere. È l’oscillazione propria della respirazione evocata in Pneuma, il soffio vitale. Limen e Perspectiva sono due elementi ulteriori che segnano il percorso. Nell’ultima traccia, Traum – abc, avviene il salto qualitativo. Fa il suo esordio, con andamento incerto ed esitante, il linguaggio. All’interno della spirale cosmica della vita universale, si assiste alla nascita della vita individuale.
Nelle composizioni di Caterina Barbieri riecheggia quello che per secoli, dall’antichità fino alle soglie della modernità, ha strettamente legato musica, matematica e cosmologia: la teoria della Musica delle Sfere. Movimento dei pianeti, armonia delle note musicali e proporzioni geometrico-numeriche erano considerate espressione dello stesso principio ordinatore del cosmo.
Il sintetizzatore Buchla è lo strumento con cui Caterina Barbieri produce le sue opere. La scelta di utilizzare un sintetizzatore modulare analogico, rinunciando quindi ad ogni intromissione di codici digitali, è il modo con cui la musicista bolognese prova ad assimilarsi, senza mediazioni, a quella debole eco di minimali vibrazioni cosmiche.
La sua ricerca si arricchisce di un aspetto visivo con la collaborazione con Giovanni Brunetto, dalla quale prende corpo la performance acustico-visiva Vuoto estremamente alto (UHV). Il videomaker, perfettamente in sintonia con il modus operandi di Caterina Barbieri, realizza un flusso di immagini utilizzando diapositive su pellicola, tubi catodici, oscilloscopi e diaproiettori.
L’opera di Caterina Barbieri è un harmonices mundi, come tale è dotata di sintesi e incisività, strutturata secondo la geometria di impulsi elettrici e il rigore delle frequenze sonore.