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La grande cura per i dettagli, i colori sgargianti e la reinterpretazione in chiave umoristica di oggetti di uso quotidiano sono gli elementi alla base degli scatti della fotografa lituana Aleksandra Kingo.
Attualmente residente a Londra, si è specializzata nella fotografia di moda e still life, realizzando anche diverse campagne pubblicitarie.
Diplomata al London College of Fashion, Aleksandra (di cui avevamo già parlato qui) crede che la fotografia sia qualcosa di personale e ama la possibilità di creare nuovi mondi attraverso l’obbiettivo della sua macchina fotografica.
Affascinati dai suoi scatti fuori dal comune, le abbiamo fatto qualche domanda per conoscerla meglio.
Innanzitutto, potresti dirmi com’è nato il tuo interesse per la fotografia e perché hai deciso di concentrarti soprattutto sulla fotografia di moda?
Sin da quando ero più giovane, ero una di quelle “artsy teenager” che vanno in giro per la città con la macchina fotografica, facevo posare i miei amici per me e cercavo di creare dei mini-scenari nei miei scatti. Ryan McGinley e Lina Schenius erano i miei fotografi preferiti allora. Col tempo, poi, ho realizzato che volevo fare questo per vivere. Il mio interesse per la moda è stato determinato dalla mia passione di creare nuovi mondi e nuove situazioni attraverso le immagini. È anche il tipo di fotografia con il quale puoi divertirti a giocare e sperimentare di più, penso. Anche se quello che faccio ora è probabilmente più un mix tra moda, pubblicità e un certo tipo di arte.
Da dove proviene l’idea di una foto?
Ad essere sincera, da tutto ciò che mi circonda! Può venire fuori da una storia raccontata dai miei amici, da qualche situazione goffa in cui mi ritrovo (come buttarmi addosso tutto il caffè o uscire col rossetto sui denti), da qualche immagine su internet o da qualche notizia su Facebook. Io assorbo informazioni come una spugna ed ognuna di esse può risultare un’immagine.
Cosa cerchi di esprimere attraverso le tue immagini?
Dipende dallo scatto. Ma ogni foto è sempre un gioco divertente per me.
Mostri qualcosa di te e della tua personalità attraverso i tuoi scatti?
Molto. Come ho detto prima, alcuni degli scatti vengono da cose che mi accadono nella vita reale. Inoltre, recentemente mi è stato spesso detto che “somiglio alle mie foto”. Porto sempre il rossetto rosso e occhiali divertenti, e i colori che indosso sono principalmente colori accesi. Questa, comunque, è un’influenza reciproca – le foto condizionano il mio stile e io condiziono le mie foto.
Le tue fotografie sembrano piene di significati nascosti che sta allo spettatore scoprire, è vero?
La maggior parte delle volte sono presenti sia riferimenti culturali che visivi in ognuna delle immagini, ma spesso li uso abbastanza inconsciamente – può essere qualcosa che ho provato o visto prima. Talvolta questi riferimenti mi sono evidenti solo quando gli spettatori me li fanno notare. E la cosa mi diverte sempre molto.
I colori sono molto importanti per te, come li utilizzi e di cosa sono espressione?
Credo nella psicologia dei colori e sono sicura che ognuno di essi abbia una propria connotazione, per questo spesso utilizzo questa teoria nei miei lavori. Ma altre volte è semplicemente una questione di estetica visiva che determina le mie scelte. Adoro tutte le cose nei brillanti colori primari.
Riguardo ai tuoi scatti ho letto che sono ispirati alle mode degli anni ’70, alla pop art e ai film di Wes Anderson, però personalmente credo ci sia molto di più dietro. Cosa ne pensi?
Hai ragione, c’è molto di più e mi piacerebbe non essere definitita solo in base a queste tre fonti di ispirazione. Specialmente per quanto riguarda Wes Anderson – anche se sono innamorata dei suoi film, essi sono solo una di migliaia di cose che mi influenzano (e non in modo principale). Comunque, i social media hanno scelto questo riferimento, non so perchè! In ogni caso, non è il peggior nome a cui essere associata, dopotutto.
Come mai il tuo intento è di creare immagini quasi surreali?
Non penso di dover lavorare duramente per fare in modo che sembrino surreali. Le mie ispirazioni vengono principalmente dalla vita di tutti i giorni e dalla bellezza delle banalità, così come dai film. Poi prendo queste ispirazioni e le porto fino ad un certo livello di assurdità. Suppongo che è allora che cominciano a sembrare quasi surreali.
Puoi scegliere una delle tue foto, la tua preferita – se ne hai una – e dirci qualcosa di più su di essa?
Penso quella con i piedi e la sigaretta. E’ uno degli scatti da cui tutto è partito, con i quali ho veramente capito come mi piaceva scattare e lavorare. Credo anche che riassuma perfettamente tutta la mia estetica.
A cosa stai lavorando ora e quali sono i tuoi programmi per il futuro?
I prossimi due mesi saranno impegnati ed eccitanti. Non posso svelare nessun nome in realtà, ma ho uno shooting per una delle principali riviste inglesi questa settimana, poi mi sposterò a Beirut e Parigi, e farò un video di moda per uno dei miei artisti francesi preferiti. Sono in arrivo un sacco di belle cose. Parlando di un futuro più lontano, penso ci sia ancora molto da imparare. Mi piacerebbe avere uno studio tutto mio e sperimentare e giocare quanto più possibile.