Lo studio di architettura COMOCO arquitectos ha recentemente realizzato un nuovo centro per i visitatori del Castello di Pombal, commissionato a seguito di un precedente intervento di rivalorizzazione del percorso d’accesso al sito.
Il Castello di Pombal, cittadina portoghese situato nel distretto di Leiria, testimonia come il tempo rappresenti il principale attore della trasformazione dell’ambiente costruito. Il castello, risalente al 12° secolo, domina la sommità di una collina che sovrasta la valle del fiume Arunca, occupata sin dai tempi dell’Impero Romano per la sua posizione strategica e adattata nel tempo a funzioni e configurazioni spaziali diverse. La fortezza risulta dunque dai segni che ogni epoca storica ha lasciato su di essa, da struttura difensiva inserita in una rete di impianti militari a attrazione turistica. Attrazione penalizzata, negli scorsi decenni, dall’isolamento rispetto al centro urbano ai piedi della collina. Come spesso accade, il castello si era ridotto ad un elemento identitario della storia locale, ma relegato sullo sfondo della vita cittadina, e non parte integrante di essa.
Tra il 2004 e il 2011, ai COMOCO viene affidato l’incarico di ripensarne il sistema di accesso in maniera tale da promuovere l’utilizzo del manufatto storico da parte dei turisti come dei residenti. Mettono a punto sin da subito una strategia di progetto semplice, ma nei fatti non scontata quando si ha a che fare con esemplari del patrimonio urbano: aggiungere degli elementi nuovi capaci di distaccarsi dal preesistente e di preservare l’identità del luogo. Il punto cardine del progetto risiede nel valorizzare due preesistente: una di carattere storico (il castello) ed una di carattere paesaggistico (la collina).
Gli architetti individuano tra aree di intervento. La prima, sui versanti sud e ovest della collina, sviluppano l’idea del “flusso” mettendo in evidenza le connessioni con le aree urbane sottostanti attraverso percorsi puntellati di gazebo e altre strutture che permettono di sostare o di svolgere attività in contatto con il paesaggio circostante. La scelta dei materiali ricade su elementi semplici, che parlano un linguaggio contemporaneo senza per questo intralciare il carattere del luogo: muri intonacati, pavimentazioni in pietra e sabbia, strutture in legno.
L’approccio d’intervento sulla seconda area è basato sull’idea dell’infrastruttura topografica: l’adiacente cimitero gode adesso di un parcheggio ed altri servizi, integrati ai rilievi del terreno grazie a dei muri in cemento che addolciscono il passaggio da un livello all’altro.
La terza area, quella che cinge il castello, ristruttura il basamento di quest’ultimo in maniera tale da dargli il giusto risalto. Contemporaneamente, lo spazio intorno alla chiesa di Santa Maria, risalente al 16° secolo, viene ristrutturato in maniera tale da poter ospitare performances teatrali e altre attività culturali. In questo caso il materiale utilizzato è una pietra calcarea locale, la stessa che costituisce i due landmark principali: la chiesa e il castello.
A queste aree si aggiunge un’area ristoro che funge da elemento connettivo tra le tre: una struttura squadrata in metallo, su due livelli, con un rivestimento in acciaio corten tagliato da un’ampia vetrata che dà sul paesaggio e sulla città. Le soluzioni adottate permettono di creare un dialogo tra il vecchio e il nuovo, mettendo in gioco un raffinato equilibrio tra natura e artefatto.
Lo stesso approccio viene adottato per la realizzazione del centro visitatori, all’interno della fortezza stessa. Il programma viene compresso al minimo in un monolite in pietra calcarea adagiato in un rettangolo inscritto nelle vestigia dell’edificio. Come se fosse essa stessa uno dei resti, la scatola viene privata di una parte del suo volume, ricavando una scalinata. Quest’ultima, bordata di una sottilissima e quasi impercettibile ringhiera metallica, funge da spazio di stoccaggio all’interno e permette ai di accedere alla copertura, offrendo ai visitatori nuove modalità di esperienziazione spaziale. Tra il muro perimetrale storico e il centro visitatori viene lasciata una fessura che funge da spazio di rispetto e al tempo stesso crea uno spazio liminale, che induce il visitatore a dare una sbirciata a ciò che vi è dietro.