Figura multiforme e sfaccettata, Pier Luigi Nervi si può presentare in diversi ambiti e da diverse prospettive: vi si può scorgere la competenza tecnica dell’ingegnere, la ricerca formale propria dell’architetto, la capacità organizzativa e pragmatica del costruttore, tutte riunite da un modus operandi e da un rigore caratteristico. Personaggio straordinario dell’architettura italiana del secolo scorso proprio per questa sua capacità di spaziare e riassumere in sé doti differenti, Nervi risalta nella sua capacità di costruire un’architettura innovativa, ottimizzata e pur sempre bella. Dalle prime opere italiane a quelle internazionali e degli anni ’60, della maturità, ha sempre saputo rimanere fedele alla sua personalità, tramutata direttamente in idea architettonica: un’architettura diretta, senza sovrastrutture, e per questo pienamente pura nella sua funzionalità e funzionale nella sua purezza, un’architettura dove il gioco prospettico ne dissolve la staticità e scatena una danza quasi futurista di spinte e forze bilanciate. La statica, liberata nella sua natura più fisica grazie alla rivelazione dello scheletro solitamente nascosto delle strutture, si fa saettante gioco visivo e rigorosa pulizia formale: come in una cattedrale gotica, ogni elemento si lega indissolubilmente al successivo, pienamente essenziale e giustificato solo in quella posizione, necessario e tuttavia espressivo.
Nervi lascia parlare l’edificio, lo lascia gridare a pieni polmoni, lo scoperchia perché la sua voce non ci giunga soffocata ma si appelli a noi direttamente, senza intermediari. Astuto imprenditore oltre che progettista, ha saputo ricavare il massimo da ogni soluzione, ricorrendo spesso all’uso di elementi prefabbricati (aviorimesse di Orbetello, Palazzo del Lavoro, Palazzetto dello Sport…) che invece che far collassare l’immagine nella loro monotonia, si fortificano l’un l’altro e anzi scompaiono nell’impatto complessivo dell’opera, che risalta per coerenza, chiarezza ed impianto compositivo. Dal 30 settembre a Verona, la mostra ‘Pier Luigi Nervi – Abitare il tempo’ ripropone il percorso da precursore di questa personalità, illustrandone la carriera con un particolare riguardo alle opere veronesi. Forse dunque vale la pena di dare un’occhiata e riscoprire l’essenzialità dell’atto architettonico in un’epoca di architettura sfavillante ed appariscente, per notare come dall’affilata umiltà e dall’applicazione infaticabile di questo ingegnere del secolo scorso ci siano valori tuttora attivi da trasmettere all’architetto contemporaneo.