Giula Palombino è un’illustratrice casertana il cui retaggio culturale e la visione artistica si sono formati grazie agli anni di studio intrapresi a Venezia presso lo IUAV e a Londra dove ha frequentato per un master, la Central Saint Martins.
Giulia vive da sei anni a Berlino, sua casa e suo calderone ispirazionale. Se l’università ha contribuito alla scoperta da parte della Palombino del mondo dell’arte contemporanea, sin da piccola, ci dice, la sua attenzione è attratta dai cartoni animati giapponesi e dai fumetti. Nel suo CV può già vantare esibizioni personali o collettive, nazionali e internazionali.
L’illustrazione per lei consiste in un’immagine funzionale, che può essere accompagnata o meno da un testo, infatti ci rivela che il suo lavoro artistico ideale sarebbe l’illustrazione di un dizionario, che le fornirebbe materiale per tutta la vita. La scelta di illustrare la realtà per Palombino sembra concentrarsi su piccoli dettagli, motivi ripetitivi, pattern femminili, fiori, cuori e tutto ciò che sia decorativo, in uno stile che Giulia definisce delicato, che racchiude idee semplici ma ben elaborate, colori tenui ed un tratto sottile.
I suoi disegni sono composti da linee essenziali, quasi sempre tracciate su sfondo bianco, capaci di far sorridere, che nella loro semplicità racchiudono idee moderne e a volte critiche. L’ispirazione le deriva dal quotidiano, dai luoghi della cultura, dalle cartolerie, i reparti di decorazioni per la casa o da riviste, libri e video. Chiedendole a quale artista faccia riferimento, cita la surrealista Meret Oppenheim, indicando poi, i nomi di “maestri dell’anima” quali Henry Darger, Keiichi Tanaami e Roderick Mills, illustratori del nostro e dello scorso secolo.
La caratteristica di Giulia Palombino è che molto spesso le sue illustrazioni sono corredate da elementi animati, o sfociano in veri e propri brevi filmati. Infatti ci rivela che l’animazione è sempre stata una soddisfazione aggiuntiva al lavoro completato. Le parti animate non distolgono l’osservatore, anzi donano spicco e vivacità ai dettagli che prendono vita. I suoi cortometraggi disegnati hanno titoli poetici, come Il custode dei contorni e Fuliggine, e sembrano frutto di sogni, di leggiadri pensieri a metà tra conscio ed inconscio. A Very Brief History of Prosthetics, dimostra invece una capacità di variazione tecnica, che rimanda al collage dadaista e che riesce a rappresentare l’omonima storia di Laura Bari.
L’ultimo progetto della Palombino consiste in una breve animazione per un luogo insolito, l’ex aereoporto di Berlino Tempelhof, che è ora un immenso parco senza alberi. La versilità di quest’illustratrice si dimostra proprio nell’aver abbracciato progetti diversi, nella ricerca dell’animazione, ma soprattutto nella sensibilità femminile, di donna autonoma, di occhio fragile, ma scaltro.
In uno stile unico e particolare che elabora le tendenze rendendole semplici e –a tratti– surrealiste Giulia Palombino crea con pochi elementi delle accoglienti ambientazioni fiabesche.
Giulia ha creato per noi la cover Facebook di questo mese.