Si può tracciare una mappa della povertà? Immaginiamo di prendere un pennarello e di farlo scorrere sulla suddetta mappa, segnando secondo la nostra personale visione quelli che sono o che potrebbero essere i posti più poveri al mondo. O meglio, restringiamo la ricerca a quei luoghi che per antonomasia proprio non potrebbero mancare.
Qui sorge il problema: da dove partire?
Matt Black, dopo più di 20 anni di ricerche, l’ha fatto. È partito dalla “zona di povertà” in cui ha da sempre vissuto, la cittadina Exeter (nel quale ritorna sempre dopo i suoi viaggi) nel Central Valley della California, la campagna patria di tre delle aree metropolitane col più alto tasso di “povertà concentrata” della nazione.
Un viaggio di 18000 miglia, con il supporto della funzione di mappatura dell’applicazione sociale Instagram, al fine di individuare le comunità più povere nel cuore dell’hic et nunc d’America. La domanda è: “che tipo d’America dobbiamo essere: una terra di opportunità, o semplicemente tasche di abbondanza in mezzo a un paesaggio di crescente disparità e disperazione?”
Il suo obiettivo “è quello di portare la gente, con le immagini, a vedere se stessi in quei luoghi”, perché “Central Valley non è un outlier. Si possono trovare comunità con circostanze simili in tutto il Paese”.
L’indagine, di chiara denuncia del reale, è composta da due elementi – in primis un excursus sul viaggio per le strade di 70 città, paesi e comunità rurali che Matt ha fotografato dalla California all’Oregon, in Louisiana, Tennessee e New York; e quattro relazioni, scritte dal vincitore del Premio Pulitzer Trymaine Lee, che forniscono un importante corpus narrante di stampo documentaristico.
Una responsabilità ben riposta in questo fotografo – che è stato nominato dal Time Magazine, Instagram Phothographer dell’anno nel 2014 – membro del famoso gruppo Magnum Photo, di cui ben incarna lo spirito:
” .. una comunità di pensiero, una qualità umana condivisa, una curiosità su ciò che sta succedendo nel mondo, un rispetto per quello che sta succedendo e il desiderio di trascriverlo visivamente. ”
Henri Cartier – Bresson (co-fondatore del gruppo)
The Geography of Poverty è stata in mostra fino al 31 ottobre a New York.
Tra i luoghi visitati: Oakland, Fort Bragg, Coos Bay, Pasco, Walkerville, Glendive, Fort Yates, Little Eagle, Hosmer, Willmar, Ironwood, Calumet, Saginaw, Flint, Detroit, Toledo, Cleveland, Erie, Buffalo, Syracuse, Winooski, Burlington, Troy, Binghamton, Scranton, Camden, Reading, York, Baltimore, Richmond, Darlington County, Gastonia, Lenoir, Logan County, Mingo County, Cumberland, Harlan, Hyden, Knoxville, Meridian, Hattiesburg, New Orleans, Baton Rouge, Cancer Alley, Brownsville, Starr County, McAllen, Falfurrias, Laredo, Eagle Pass, El Paso, Doña Ana County, Socorro, Gallup, Towaoc, Bloomfield, San Juan County, Kayenta, Coconino County, Tuba City, Coconino County, Tuba City, Gray Mountain, Cedar City, Sunrise Manor, Barstow, Ducor, Bakersfield, Kern County, Lost Hills, Maricopa, Santa Maria, Visalia, New Cuyama, Weedpatch, Bystrom, Turlock, Modesto, Lemoore, Merced, Stockton, Tulare, Los Banos, Fairmead, Riverdale, Poplar, Terra Bella, Weedpatch, Porterville, Kerman, Stratford, Exeter, Taft, Madera, Teviston, Ducor, Le Grand, Avenal, Allensworth, Richgrove, Pixley, Teviston, Easton, Huron, Alpaugh, Madera, Fresno, Firebaugh, Corcoran, Frazier Park, Kettleman City, Caruthers, Fresno, Mendota, Fresno, Lost Hills, Lindsay, Coalinga, Alpaugh, Delano, Tulare, Lost Hills)