La terza edizione di SPRINT, salone di editoria indipendente e d’artista a Milano è ormai alle porte. Sarà una tre giorni ricca di impegni e per questo motivo abbiamo provato a fare ordine su cos’è e cosa ci aspetta tra il 27 e il 29 novembre ponendo qualche domanda a Dafne Boggeri, artista, curatrice della rassegna.
Ciao Dafne, cominciamo dalle basi: banalità, cos’è SPRINT?
SPRINT è una rassegna sull’editoria indipendente e d’artista che affronta vari temi e occupa luoghi diversi del quartiere Isola di Milano, presentando progetti e pubblicazioni d’arte, fotografia, design, musica, open culture e attivismo. Offriamo ai membri di questa comunità un contesto nel quale ognuno possa mantenere un’integrità e una voce critica, in relazione anche a fattori esterni (il mercato, la gentrificazione, la comunicazione). Le realtà selezionate per il Salone hanno a disposizione uno spazio nella fiera gratuitamente, il pubblico accede liberamente ad ogni parte del programma, salvo in casi specifici come alcuni Workshop e Focus, in cui i posti sono limitati ed è possibile che si richieda una preparazione in alcuni campi, in questo caso possono essere previste delle quote per coprire le spese dei materiali impiegati durante il corso. Il tentativo è quello di coinvolgere un pubblico aperto e trasversale nel confrontarsi con tante realtà differenti, che spesso intersecano più discipline, spingendo verso uno scambio culturale ed economico.
Questa che partirà a breve è la terza edizione, come descriveresti l’evoluzione del progetto?
Fluida.
L’anno scorso c’è stata anche una parte musicale curata da S/V/N. Quest’anno si replica?
Sabato 28 organizzeremo SPRINT SPIRIT, festa di fundraising, in un luogo speciale a poca distanza dallo spazio O’ (sede del Salone e dei Talk, via Pastrengo 12)) nel quartiere Isola, che siamo felici di aver scoperto grazie all’aiuto di un ‘radar’ del tutto speciale, quello di Camilla Candida Donzella. Dalle 23.00 alle 03.00, in Piazzale Lagosta 6, con Dj set di Alieni, Isamit Morales e Giorgio Di Salvo. L’ingresso sarà libero, ma tutti quelli che vorranno aiutarci a sostenere concretamente il progetto sono invitati a bere una gazzosa, o anche due o anche tre!
Quali sono le novità di quest’edizione?
La collaborazione con Andy Simionato e Karen Ann Donnachie, duo Australiano che con l’esperienza di qualche hanno fa con This Is A Magazine, This Not A Magazine hanno dato vita ad una piattaforma vibrante e visionaria, fra carta e on line, con intuizioni che hanno anticipato di molto la realtà avendo come base, per qualche anno, proprio Milano. Andy e Karen presenteranno in anteprima il video SILENT READINGS, un cut-up in progress di scene da film Hollywoodiani di personaggi che leggono, come un’ infinita coreografia ipnotica dello sfogliare. La sinergia con Pierre Hourquet che con booksonline.fr ha creato una formidabile libreria di progetti fotografici consultabile solo on line. Per restituire una forma ‘fisica’ alla url, distribuiremo gratuitamente una serie di cartoline con 6 cover selezionate fra i 53 titoli disponibili. Mentre la sezione dei Talk verrà interamente ospitata nel nuovo piano sotterraneo di O’ in condivisione con SoundOhm, questo assetto permetterà al pubblico di avvicinarsi più facilmente a tutti i contenuti che verranno proposti durante i tre appuntamenti giornalieri, sabato e domenica fra le 14.00 e le 19.00, nei quali verranno affrontati temi come: il Futuro, con l’artista Lia Cecchin (ASAP Research Library) e il filosofo Roberto Poli; la dimensione del Sogno con Alice Cannava di Occulto Magazine, i tipi di carta e i tipi di karma, con A Queer Culture Illustrated Guide e Handkerchief; l’esperienza di Good Press di Glasgow ─che oltre ad essere una casa editrice è anche uno spazio espositivo e una residenza per artisti; l’analisi del particolare percorso del filmaker e bibliografo Francesce Chris Marker (1921-2012) da parte di Archives Books.
E poi un aspetto che non è nuovo, perché è il secondo anno che organizziamo il workshop di stampa risograph, ma che con il coinvolgimento degli svizzeri Pierrick Brégeon e Clément Rouzaud, la complicità dell’artista Elena Radice e l’infinita generosità di Sara Bianchi e Andrea Zambardi di ATTO si sta evolvendo in una forma inaspettata che potrebbe dare risultati inediti.
La partecipazione al Salone è su invito. Quali sono i requisiti secondo te/voi necessari?
Le ricerche presentate sono ampie, alcune esplorano forme e temi meno inflazionati, altre riescono ad evidenziarsi per intuizioni, contenuti e/o estetica in un panorama specifico. A volte non includiamo progetti perché sono troppo fragili e preferiamo dargli il tempo di maturare senza farsi prendere dalla frenesia del qui, subito. Riceviamo molte richieste di partecipazione e tutte queste informazioni sono vitali per la nostra ricerca. Ad esempio l’anno scorso l’artista Jacopo Miliani ci ha introdotto ad un progetto che ha arricchito in modo fondamentale l’edizione 2014: con Club Deserto, Jacopo, oltre al libro, ha reso possibile l’acquisto di una performance e di una scultura in un modo fresco e fruibile nel ‘marasma’ generale del ritmo frenetico della fiera.
In un momento storico in cui si grida da tutte le parti che la carta è morta, come spieghi la nascita di così tanti progetti cartacei?
Ci sono vari fattori che influenzano questa tendenza, la diffusione di metodi di stampa a costi contenuti, l’accesso ad una comunità di persone che si dedicano a questo tipo di attività e che anche on line alimentano il dibattito e l’attenzione sul tema, ‘contagiando’ spesso nuovi sperimentatori e immaginari. I multipli sono sempre più utilizzati dagli artisti per sostenere il proprio percorso, per alimentare le collaborazioni e dare visibilità al lavoro, spesso il libro viene interpretato come una mostra o la prosecuzione dello studio, smantellando il concetto fisico di studio visit, ma attivando un esempio di ‘architettura‘, il libro stesso, molto frequentata. Anche a livello di indagine traslata, penso ad esempio al network Performance As Publishing.
Col nostro AWM proviamo a combinare il piacere della carta con le nuove tecnologie, strutturando la rivista in realtà aumentata. Secondo te quale sarà il futuro dell’editoria?
Le mani. Rappresentate in uno stile che potrebbe essere quello dei disegni dell’artista Americana Lee Lozano (1930-1999).
Ci consigli qualche appuntamento da non perdere nell’imminente edizione di Sprint?
Venerdì 27, l’inaugurazione della mostra TOMORROW I COULD SAY
SOMETHING ELSE di Nathalie Du Pasquier, da Agalma (via Confalonieri 36, cit. 40 dalle 18.30 alle 22.00), in cui verranno presentate una serie di opere su carta provenienti da ‘corpi’ di lavoro molto diversi, uno con paesaggi di grandi formati realizzati con un segno forte ed espressivo, l’altro geometrico, composto da alcuni ‘meteoriti’, forme ricostruite in digitale e stampate al plotter, che come oggetti non identificati dialogheranno con i gli scorci metafisici. Sarà una mostra schizofrenica e bipolare, alla quale teniamo in modo particolare.
Sabato 28 l’intervento doppio dei PARASITE 2.0, WALDEN: DESERT AND OASIS, WOOD AND CABIN, ILLEGAL BOOK AND CRYPTO-UTOPIA, con il quale colonizzeranno l’entrata dello spazio O’, con forme e materiali tipici della loro ricerca e lo spazio Aladino, un laboratorio di restauro di Tappeti Orientali (via Pastrengo 12, dalle 14.00 alle 19.00) che vedrà allestiti lavori sull’idea mitica e ascetica del deserto, i luoghi di isolamento fisico e mentale, la stesura di testi anonimi e sovversivi. Domenica 29 la rassegna BLADE BANNER, ospitata da EVASTOMPERstudio (via Cola Montano 8, dalle 14.00 alle 19.00) con i lavori stampati su moduli di seta, di 1 x 1m, realizzati da Costanza Candeloro, Lia Cecchin, Nathalie Du Pasquier, Alek O., Elena Radice e Chiara Terraneo.