Apre il 9 giugno presso la Galleria Rossmut di Roma DE STI NO, la prima personale italiana dell’artista pugliese Pamela Diamante a cura di Michela Casavola. Sin dal principio le pause tra le sillabe del titolo invitano a prendere fiato e a riflettere sul significato delle sue opere. L’artista gioca infatti sul continuo emergere del dubbio tra realtà e finzione, causa ed effetto, prevedibile ed incognito, a partire dallo sparo infranto sulla porta a vetri della galleria romana: attentato, furto, puro incidente o opera d’arte?
La molteplicità semantica delle sue opere è leggibile anche nel dittico Senza titolo in cui è lei stessa a prendere le sembianze di un militare in missione. Per rappresentare cosa? Un militare, retaggio dei suoi cinque anni in servizio nella Brigata paracadutisti Folgore, oppure un essere naturalmente ibrido?
Varie sono le interpretazioni ma certo e unico è l’invito dell’artista a guardare in profondità gli avvenimenti che ogni giorno ci circondano, come la video installazione 2015 in cui un grande schermo nero indica in poche righe le catastrofi tecnologiche e ambientali che si sono susseguite per un intero anno. L’opera scarna e priva di emotività denuncia l’abitudine moderna di fermarsi allo strato superficiale degli avvenimenti trasmessi con poche immagini sui media.
Pamela Diamante continua a far riflettere su questo concetto trasportando lo spettatore in un sottile paradosso creato tra il video Agatha e il Sinkhole e la musica ludica dall’omonimo titolo Agatha di Francis Bebey. Il video mostra il disastro ambientale avvenuto nel 2010 a causa di un Sinkhole, detto anche buco di lavandino: una profonda voragine creatasi nella terra che ha risucchiato al suo interno edifici e persone, a causa probabilmente del terreno poroso alluvionato alcuni giorni prima da Agatha, una forte tempesta tropicale. E’ proprio il paradosso a creare uno shock nello spettatore che in questo modo è portato a percepire ancora più drammaticamente la realtà.
L’obiettivo dell’artista è di scoprire il lato nascosto, distruggere le abitudini moderne, andare oltre le apparenze e le convenzioni per guardare anche in un buco nero, così come l’opera scritta all’interno di un cerchio esposto sulla parete che dice “Il buco nero non è realmente nero” con l’invito ad evadere dal buio e dalla paura dell’ignoto.
La ricerca di Pamela Diamante, incentrata su uno studio preliminare scientifico-cosmologico, si sviluppa dal microcosmo dell’io al macrocosmo sociale creando una visita multisensoriale tra video, fotografie ed installazioni site-specific. L’utilizzo di media a volte ibridi, in quanto caratterizzati da confini linguistici, convogliano i progetti dell’artista sull’analisi introspettiva dell’individuo per diffondersi nelle quotidiane paure che tenta di distruggere.
Recap:
DE STI NO
Pamela Diamante, a cura di Michela Casavola
Galleria Rossmut – Via dei Reti, 29/b Roma
9 giugno 2016 – 30 settembre 2016