Cosa succede se chiudiamo gli occhi e pensiamo all’Italia? Quale immagine ci resta impressa nella memoria e quale immaginario ci siamo costruiti nella mente? Quanto positivo e quanto negativo se dovessimo esprimerlo per immagini? Facendo un salto nel passato, J. W. Goethe pensava all’Italia come al Paese dove fioriscono i limoni, nel verde fogliame in cui splendono arance d’oro. Dai grand tour del ‘700 ad oggi quanto è mutata la visione? Al MAXXI di Roma si è cercato di uscire dall’immaginario ordinario raccogliendo il lavoro di 40 maestri della fotografia in 150 immagini che raccontano il Bel Paese in una mostra dal titolo Extraodinary Visions. L’italia Ci Guarda.
La collettiva è suddivisa in 4 sezioni tra paesaggi, istituzioni, cultura e società.
La prima parla di Arte, Architettura, Cultura incontrando fotografi come Ugo Mulas che ritrae l’arte come un evento di rappresentazione collettiva nelle fasi preparatoria e allestitiva. Si affianca silenziosamente l’opera Eur San Pietro e Paolo di Hiroshi Sugimoto con la sua visione sfuggente ed eterea dell’architettura custodita nella serie intitolata Architecture comprendente le fotografie di architetture storiche, isolate dal contesto urbano. Ci porta “oltre l’infinito” così come suggerisce la tecnica di messa a fuoco twice as infinity che permette di far persistere in un immagine sfocata solo l’architettura che ha forza. L’elogio al made in Italy è rappresentato dalle fotografie di moda per la prima campagna di Dolce e Gabbana di Ferdinando Scianna in cui la Sicilia è protagonista del provocante gioco tra luogo comune e mito erotico della donna mediterranea, in una serie di fotografie divenute rivoluzionarie. Moda e architettura si sposano nelle foto di Giovanni Gastel che ritrae le modelle all’interno dello Stadio del nuoto del foro italico di roma, fino ad arrivare ai ritratti di straordinario rigore compositivo di Gabriele Basilico sulle opere di Luigi Moretti a Roma.
Res Publica è la seconda sezione dedicata allo studio dello spazio pubblico e al suo utilizzo. Armin Linke rappresenta i luoghi fisici del potere in Il corpo dello stato dove l’artista indaga le stanze segrete del potere.
“L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto.”
Ricordando una frase di Goethe di Viaggi in Italia, anche in questo contesto, sempre presente ed emblematico è il ruolo della Sicilia, specchio delle contraddizioni che attraversano lo stivale. Letizia Battaglia ne riprende i luoghi contrassegnati da evidenti segni di degrado non solo fisico ma anche morale e civile. Si sposta a tutta l’Italia la documentazione fotografica sui luoghi di residenza di membri di organizzazioni mafiose nei lavori di Alessandro Imbriaco, Tommaso Bonaventura e Fabio Severo.
Piccoli e grandi formati invadono la sezione 3 della mostra Paesaggi contemporanei, espressione di una fisicità sublime, connotata e pacifica. Un’intera generazione di fotografi ha posato il proprio sguardo sull’Italia più vera, autentica, la quale non si riconosce nelle vedute delle cartoline ma vive tra i tavolini di un bar di paese catturati dallo sguardo rivelatore di Luigi Ghirri. I territori inascoltati di Massimo Berretti raccontano una Sicilia attaccata dall’abusivismo e dall’abbandono, marcati dall’uso della pellicola in bianco e nero. L’assalto delle spiagge in piena stagione estiva invece è rappresentato nelle due fotografie di Massimo Vitali per il progetto Atlante italiano. Solitudine e incontrastabile bellezza si evincono in palazzi, carceri e borghi abbandonati di Silvia Camporesi nel suo progetto Atlas Italiae. Paesaggi dipinti dall’occhio di Franco Fontana, infine, conducono nel mondo sublime della vivace perfezione naturale, lontano da qualsiasi sguardo realisticamente più negativo.
All’origine di ogni paesaggio, di ogni punto di vista, di ogni visione però, vi è l’uomo, punto di partenza per l’ultima parte dal titolo Città, comunità, lavoro. Attivatore di forze e di energie intellettuali produttive, l’italiano viene raccontato nel rapporto conflittuale con il mondo del lavoro dalle testimonianze di Tano D’Amico e Paola Agosti. Quest’ultima denuncia la figura della donna ridotta a mera manodopera nelle industrie tessili. Michele Borzoni ritrae la giovane generazione alla conquista di un posto di lavoro durante le selezioni per educatore di asilo e per graduato di truppa dell’esercito italiano.
In occasione della mostra il MAXXI ha aderito al progetto speciale Costruiamo la comunità del XXI secolo per il lavoro Inside Out di JR con il lavoro Costruiamo la comunità del XXI secolo in cui la facciata esterna della Palazzina D del museo presenta un caleidoscopio di ritratti “multietnici” di grande espressività.
Un atlante sulla grande fotografia degli ultimi decenni che inquadra paesaggi, vite, storie di un’Italia viva, forte e allo stesso tempo logorata da difficoltà sociali. Alla fine del viaggio, nuovi sguardi si fondono con immagini più conosciute e familiari alla ricerca di un tassello da aggiungere al mosaico della nostra memoria figurativa, toccati della sensazione che sia l’Italia a guardarci e ad interrogarci.
Recap:
EXTRAORDINARY VISIONS. L’ITALIA CI GUARDA.
MAXXI, Via Guido Reni, 4/A, 00196 Roma – Galleria 1
2 giugno 2016 – 23 ottobre 2016
I FOTOGRAFI
Paola Agosti, Alterazioni video, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Massimo Berruti, Tommaso Bonaventura, Alessandro Imbriaco e Fabio Severo, Michele Borzoni, Andrea Botto, Silvia Camporesi, Giovanni Chiaramonte, Gianni Cipriano e Simone Donati, Mario Cresci, Tano D’Amico, Paola De Pietri, Franco Fontana, Giovanni Gastel, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Francesco Jodice, Mimmo Jodice, Giuseppe Leone, Erich Lessing, Armin Linke, Ugo Mulas, Walter Niedermayr, Petra Noordkamp, Paolo Pellegrin, Massimo Piersanti, Mustafa Sabbagh, Ferdinando Scianna, Mario Spada, Hiroshi Sugimoto, Massimo Vitali, Francesco Zizola, Begoña Zubero Apodaca.