Il tappeto ha origini antichissime e per alcuni popoli orientali è un oggetto sacro. Sul tappeto si prega, si condividono i pasti, si riuniscono le piccole comunità. Osservare un tappeto dall’alto o standoci seduti cambia la prospettiva e la percezione dei disegni che non sono semplici abbellimenti.
Ma può oggi un tappeto diventare un oggetto di design? La risposta ce la dà in questa intervista Ferid Amini.
Ferid dirige l’azienda di famiglia, la Amini Carpets, che dall’Afganistan è approdata prima in Germania e poi in Italia. Nel nostro Paese la forte passione per il design lo spinge ad aprire l’azienda al mondo del design. Il risultato sono tappeti originali per la bellezza dei disegni, le evoluzioni cromatiche e la ricercatezza dei materiali.
Oggi, più che mai, si sente il bisogno di riscoprire le tradizioni per non perderne la memoria. La sua azienda, fin dall’inizio, ha scelto di mantenere vivo il contatto con la sua terra di origine, ogni tappeto è un pezzo unico non solo perché fatto a mano ma anche per la scelta dei materiali. Qual è stata la sfida più importante che ha portato la Amini dov’è oggi?
Sicuramente affrontiamo continue sfide, come del resto tutte le imprese, perché i mercati sono in continua evoluzione e noi, essendo un’azienda di media grandezza, siamo nel bel mezzo di queste trasformazioni. Abbiamo incontrato molti banchi di prova e ne siamo sempre usciti più forti e uniti di prima.
La sfida maggiore è stata il trasferimento del nostro stabilimento dall’Afghanistan all’Europa in seguito all’invasione russa: questo ha comportato un cambiamento rilevante, passando da un’attività a livello locale, dove l’impegno principale era la semplice raccolta di tappeti di artigianato, a una più allargata, comprendente molteplici piattaforme e capace di creare, progettare, produrre e distribuire una varietà incredibile di prodotti selezionati. Un passaggio, insomma, tra due realtà distanti sia a livello commerciale che culturale, da una più omogenea e focalizzata ad una variegata e distribuita.
Amini ha scelto per le nuove collezioni grandi nomi del design. Quando e perché ha deciso che lo stile delle creazioni di Gio Ponti sarebbe stato perfetto per i vostri tappeti?
Nel Mondo del Tappeto abbiamo sempre mirato a eccellere e spingerci oltre i limiti: per continuare a seguire questa tendenza, abbiamo capito che dobbiamo condividere la nostra profonda conoscenza nel campo manifatturiero e commerciale con i migliori maestri nel campo dell’Architettura e del Design.
Noi di AMINI abbiamo sempre concepito il tappeto come una forma artistica e funzionale quasi eterna, inseguendo uno stile elegante, ricercato e senza tempo, apparentemente lontano dalle tendenze del momento, per poi scoprire invece che i nostri manufatti sono apprezzati da designer dall’impronta contemporanea capaci di cogliere l’essenza qualitativa di un prodotto che si impone sopra ogni moda.
Per questo motivo abbiamo deciso di investire sui progetti di autori di grande rilevanza a livello culturale e stilistico, come lo sono Gio Ponti e Joe Colombo.
Abbiamo creduto nella qualità stilistica delle creazioni di Gio Ponti come apriporta verso la comunità del design, a cui presentare la manualità dei nostri artigiani, dai tintori, abili artisti del colore dalla spiccata sensibilità, ai nostri tessitori che si destreggiano con passione tra i diversi filati.
Quando è nata in lei la passione per il design?
Quando frequentavo le scuole medie, ci avevano affidato il compito di creare oggetti funzionali partendo dal riciclo di materiali di scarto: in quell’occasione, ricordo di aver creato un porta CD ed una libreria.
Com’è cambiata negli anni la funzione e il concetto del tappeto in Occidente?
Anche se in costante evoluzione, il tappeto continua ad essere un oggetto rassicurante, capace di definire uno spazio personale che, oggigiorno, diventa sempre più importante per le persone. Proprio per la sua vicinanza al sentimento di chi lo inserisce nel proprio spazio vitale, il tappeto ha assunto nel tempo ruoli ed aspetti che rispecchiano di volta in volta i valori sociali ed i gusti architettonici dell’epoca: da pezzo da collezione e simbolo di prestigio a decorazione rappresentativa ed espressiva della personalità di chi lo sfoggia.
Qual è il prossimo traguardo per Amini?
Noi operiamo in un mondo che, dopo aver accelerato per decenni i tempi all’inverosimile, si ritrova a voler tornare a un punto di partenza in cui la quantità lascia più spazio alla qualità. Il nostro obiettivo è investire nei progetti a lungo termine e trasmettere alle zone in cui operiamo il valore per il mantenimento dell’arte e della cultura tessile artigianale, elementi che nel nostro settore contraddistinguono la qualità.