Inaugura domenica 18 settembre INTERNITÀ | Contemplazioni, la mostra di Cristina Volpi a cura di Federico Sardella presso lo Spazio Arte Duina a Lonato, Brescia. “Non sarebbe disdicevole seguirla, nei passi e nelle ore, anche negli istanti più privati, appuntando gli umori e le visioni” dice di lei Federico Sardella, curatore della mostra. Milanese di nascita, Cristina Volpi ama muoversi e guardare, accumulare e tessere, per portare la sua ricerca ad un ossessivo lavoro sullo scorrere del tempo e sulla memoria conscia ed inconscia. Tutte le trenta opere in mostra, sebbene appartenenti a serie diverse, sono accomunate tra loro da un fil rouge: mappare il quotidiano.
L’INTERNITÀ è un quotidiano scorrere di pensieri fitti, di fili che recido dall’interno grazie a una sorta di potatura emotiva, vitale e necessaria. I pensieri, le emozioni, i sentimenti, le paure, le angosce, la gioia e la vitalità scorrono invisibili dentro di noi, si dispiegano e inseguono tracciando una mappatura interna liquida: “stato” fisso e mutevole, al contempo, di una cartografia emotiva unica ed irripetibile.
Come una linfa che scorre silenziosa nel corpo e nei pensieri dell’artista, il bisogno di raccogliere minuziosamente qualsiasi oggetto è momento necessario della sua vita.
La grande mole delle collezioni nel suo studio si traduce, al contrario, in pochi piccoli gesti nelle sue opere: tre tele mimetiche e cortecce d’albero, un cerchio e fiori secchi che sembrano casualmente trasportati lì dal vento, stoffe ricamate con semplici linee. Nella sua serie Pianeti gli elementi sono pesati in una rigorosa composizione architettonica. Un cerchio ad acquerello e petali essiccati: scatta immediatamente una relazione tra micro e macrocosmo che convive nella fugacità dell’istante in cui l’acqua dai colori femminei si asciuga e la foglia è accuratamente posata sulla carta.
Alla domanda “che forma ha tutto ciò che ci circonda?”, Cristina Volpi risponde: “un cerchio… Due punti invisibili: il punto di partenza, dove poggia la matita e parte la linea circolare, e il punto in cui si ferma. Dentro quello spazio c’è un terzo punto, quasi mai fermo, mimetizzato nel colore ad acquerello che stendo col pennello. Quel Terzo punto è qualcosa di estremamente intimo e indicibile se non internamente”.
Spetta a noi contemplare le sue opere e sentire nel nostro intimo le suggestioni trasmesse da queste lievi e profonde forme per riuscire a catturare l’indicibile.